Imola, 8 settembre 2020 - Va in archivio senza strappi il primo confronto tra i candidati sindaci alle elezioni del 20-21 settembre. ‘Welfare e sanità imolese nella realtà metropolitana’ il titolo della serata organizzata al centro sociale La Stalla dall’associazione ‘Noi Imola’, che da tempo si interessa di tali temi. Temi che, per quanto fondamentali per la vita delle persone, vanno in molti casi perfino al di là dei poteri di un primo cittadino. E di certo faticano a rappresentare i tratti salienti delle varie candidature in campo. Tra risposte in fotocopia, e tentativi di melina più o meno velati (nonostante i due minuti di tempo per le risposte), impossibile a fine serata individuare vincitori e vinti.
Aspiranti sindaci, con mascherina d’ordinanza, tutti perfettamente a loro agio davanti alla platea e, pur con varie sfumature, con l’argomento della serata. Del resto, durante lo scorso mandato, sono passati tutti dai banchi del Consiglio comunale o da quelli della Giunta. Nella serata moderata da Giorgio Conti, giornalista di Radio Bruno, gli occhi sono puntati innanzitutto su Marco Panieri, scelto da Pd e alleati per riprendersi la guida del Comune due anni dopo la batosta del 2018.
«In passato sono stati commessi errori, ora guardiamo avanti con una strategia diversa», è il filo conduttore delle risposte del candidato primo cittadino della coalizione di centrosinistra, secondo il quale l’autonomia dell’Ausl, tema cardine del dibattito pubblico cittadino, «tale deve rimanere». Sempre seguendo il ragionamento di Panieri, la vera sfida nel prossimo futuro è semmai quella di «drenare le risorse per investire nel servizi». Ma è chiaro che, sul tema dell’indipendenza sanitaria, il coro è unanime.
Momenti di tafazzismo, a due settimane dal voto, non sono contemplati. La civica Carmen Cappello auspica dunque un’autonomia «sostanziale», il leghista Daniele Marchetti chiede che l’organo di governo metropolitano non la limiti, mentre Andrea Longhi (altro civico) ed Ezio Roi (M5s) invocano la «vicinanza dei servizi al cittadino».
In linea generale, il livello del dibattito si mantiene comunque elevato. A differenza dei confronti pubblici che avevano animato la campagna elettorale del 2018, nessuno spunto naif. E il pubblico, invitato a non applaudire (un centinaio circa i presenti, distanziati al punto che una parte deve accomodarsi fuori dalla struttura di via Serraglio), ascolta in silenzio. Ridotte al minimo sindacale le scintille tra i candidati sindaci: da registrare solo lo scontro, con la Regione sullo sfondo, tra Panieri e Marchetti, con quest’ultimo che come noto rappresenta il Carroccio anche nell’ente di viale Aldo Moro.