
In un trend di generale calo, tengono invece le imprese artigiane della città: 81 le aperture contro le 70 ’rinunce’
Imola, 7 marzo 2025 – Un altro anno con il segno meno per le imprese imolesi. Il 2024 si chiude infatti con un saldo negativo, che assume contorni sempre più preoccupanti per il settore del commercio. Nel complesso, nei dodici mesi appena trascorsi le nuove aperture in città sono state 350. Le cessazioni di attività, nello stesso periodo, ben 448; di cui 106 d’ufficio. Si chiude dunque a -98.
Oltre ai negozi (-45 frutto di 50 nuove aperture e 95 chiusure, di cui 28 d’ufficio), i comparti più in difficoltà sono quelli legati alle costruzioni (-41) e alla manifattura (-33).
Il quadro che emerge dai dati diffusi in questi giorni dalla Camera di commercio di Bologna è sostanzialmente omogeneo per tutto il circondario; oltre che per l’intera provincia. Complici anche le tante chiusure d’ufficio compiute dal Palazzo della Mercanzia per eliminare dai propri registri quelle imprese non più realmente operanti ormai da tempo, non c’è comune dei dieci del territorio che presenti un conto positivo. Il saldo complessivo è infatti di -225, vale a dire la differenza tra le 643 aperture e le 868 cessazioni di attività (di cui 216 d’ufficio).
In uno scenario tanto fosco, ci sono però un paio di note positive. Il primo: tengono, perlomeno in città, le imprese artigiane. Nel 2024 ci sono state infatti 81 aperture e 70 chiusure, di cui 18 d’ufficio. Il maggiore segnale di speranza è però rappresentato dalla nascita di tante attività guidate da giovani: un vero e proprio trend, quello riscontrato anche nelle precedenti rilevazioni della Camera di Commercio, che lo scorso anno ha visto in città 97 aperture e 53 chiusure (di cui una d’ufficio).
Segnali negativi, invece, dall’imprenditoria straniera, che pure nel recente passato aveva mostrato una certa vitalità in riva al Santerno: nel 2024 a Imola ci sono state 96 aperture e 110 chiusure, di cui 31 d’ufficio. In calo anche le imprese femminili: -27 in un anno in virtù di 77 aperture e 104 chiusure (di cui 13 d’ufficio).
“Le dinamiche dell’anagrafe imprenditoriale bolognese fanno registrare a fine 2024 un bilancio positivo di +385 attività, pari a un tasso di crescita del +0,41%, risultato ampiamente positivo, anche se pressoché dimezzato rispetto ad un anno addietro – è la lettura fatta sulla base provinciale dalla Camera di Commercio, che esclude però dall’analisi le imprese cancellate d’ufficio dai registri –. Sono il frutto di una contrazione delle iscrizioni, 5.518 nuove attività tra gennaio e dicembre, a cui si affianca una crescita delle chiusure, che raggiungono a fine dicembre le 5.133 unità”.
Se alle effettive cessazioni vengono sommate le 2.136 attività eliminate d’ufficio a seguito delle attività amministrative del registro imprese sulle aziende ancora iscritte, ma non più realmente operanti da tempo, si ottiene anche a livello metropolitano un quadro come quello imolese. E cioè un “saldo negativo di oltre 1.700 attività, con uno stock che passa dalle 93.420 imprese di fine 2023 alle 91.705, di cui 82.117 attive, registrate al 31 dicembre 2024”, spiegano dal Palazzo della Mercanzia.
“Bologna fa comunque meglio della media emiliano romagnola, che si assesta sul +0,17% - concludono dalla Camera di Commercio –. Migliore invece l’andamento registrato a livello nazionale, dove in questi dodici mesi la crescita è stata del +0,62%”.
A livello provinciale, sono come detto 91.705 le imprese registrate alla Camera di commercio al 31 dicembre 2024, di cui 82.117 attive. Se alle sedi di impresa si aggiungono le 24.976 unità locali presenti, si ottiene un totale di 116.681 attività registrate a fine anno nell’area metropolitana di Bologna.