di Enrico Agnessi
Non presentarsi a una visita medica o a un esame programmati tramite il Servizio sanitario nazionale, senza disdire l’appuntamento. Sono 5.569 gli imolesi che nell’ultimo anno e mezzo circa lo hanno fatto. È il cosiddetto fenomeno del ‘no show’, un problema che interessa l’intera regione, con 143.237 assenze non giustificate in tutta l’Emilia-Romagna dal 1° gennaio 2023 al 21 giugno 2024.
In termini percentuali, significa che per l’1,50% delle prestazioni (1,77% a livello regionale) quando arriva l’ora dell’appuntamento il paziente non si presenta, impedendo ad altri di usufruire della prestazione medica. E questo nonostante l’attuale normativa stabilisca che la cancellazione dell’appuntamento debba avvenire almeno due giorni lavorativi prima della data fissata, in modo da ottimizzare le agende di prenotazione. Chi non effettua la visita o l’esame senza darne preavviso deve infatti pagare ugualmente il ticket sanitario, salvo i casi di forza maggiore.
"Come al solito, tutti i proclami e le dichiarazioni pompose fatte dalla giunta uscente si scontrano con la dura realtà, con dati infelici che in alcune province vedono dei picchi importanti – osserva Valentina Castaldini, capogruppo di Forza Italia in Regione –. Questi numeri rivelano ciò che, purtroppo, già sappiamo attraverso le esperienze dei cittadini: le lunghezze delle liste d’attesa sono così esasperanti che un paziente si ritrova a prenotare una visita o un esame a lungo termine, ma spesso alla fine disdice o non si presenta".
I motivi, secondo Castaldini, possono essere diversi. "Il cittadino nel frattempo può essersi attivato per una soluzione più immediata, nel privato o emigrando in altre Ausl. Oppure, situazione ancora più grave, nel frattempo sono insorte altre patologie per cui quella visita o quell’esame diventa addirittura inutile. Da tempo – prosegue l’azzurra – dico che l’unica cosa che serve in questa Regione è una riforma complessiva della sanità emiliano-romagnola, non soluzioni tampone come temo che sia quella della lista unica per la chirurgia". Infine, "oggi, rispetto all’impostazione attuale emiliano-romagnola, il paziente viene preso in carico dalla struttura. Noi – conclude Castaldini - vorremmo cambiare questo paradigma optando per una presa in carico più veloce e personalizzata. Che deve essere da parte del medico, in modo tale che sia sempre lo stesso professionista a seguire nel tempo il percorso di un paziente".