ENRICO AGNESSI
Cronaca

Un anno nero per il commercio. Nel 2023 persi in città 49 negozi

I dati confermano il trend negativo del settore che si era già registrato l’anno precedente. Andamento simile nel circondario, con l’eccezione di Mordano, unico comune con il segno più. .

Un anno nero per il commercio. Nel 2023 persi in città 49 negozi

Un anno nero per il commercio. Nel 2023 persi in città 49 negozi

È l’anno più nero per il commercio in città e nel resto del circondario. Solo a Imola, nel 2023 hanno abbassato le serrande 93 negozi. A fronte delle 44 nuove aperture registrate nello stesso periodo, il saldo a fine anno è dunque di -49. Se non ci sarà presto un’inversione di tendenza, nel giro di un paio d’anni si scenderà per la prima volta dopo chissà quanto tempo sotto quota mille. Oggi le imprese commerciali registrate in città (dati della Camera di commercio di Bologna aggiornati sempre a fine 2023) sono infatti 1.141, delle quali 1.060 attive.

Allargando lo sguardo al resto del circondario, la situazione non migliora. Nel complesso, il territorio dei dieci comuni conta oggi 2.159 imprese commerciali, delle quali 1.995 attive al 31 dicembre 2023. Lo scorso anno le chiusure sono state però ben 177, mentre le nuove aperture si sono fermate a quota 82. Il risultato? Novantacinque negozi spariti nel giro di dodici mesi a livello di circondario.

Guardando nel dettaglio ai singoli comuni, eccezion fatta per il saldo attivo registrato a Mordano (+2) ci si trova di fronte a una sfilza di segni meno la cui entità rispecchia in buona sostanza la grandezza del territorio. A Castel San Pietro Terme ci sono state 14 nuove aperture e 31 chiusure nel 2023 (-17), mentre a Medicina il saldo negativo è di -10 frutto di 10 nuove aperture e 20 chiusure. A Dozza, 5 inaugurazioni e 10 serrande abbassate nell’anno appena trascorso per un saldo di -5. Undici chiusure e 4 aperture di attività commerciali a Castel Guelfo (-7), mentre il già citato saldo attivo di Mordano è frutto di 4 aperture e 2 sole chiusure.

Infine, la Vallata del Santerno. Casalfiumanese conta nel 2023 l’apertura di un solo negozio, annullata dalle 3 chiusure registrate nel corso dell’anno (-2). Zero serrande alzate a Borgo Tossignano, dove nel 2023 le imprese del commercio che si sono cancellate dai registri sono state 6. Saldo zero a Fontanelice, -1 a Castel del Rio (zero nuove aperture).

Tornando a Imola, va detto che il saldo negativo dello scorso anno va ad aggiungersi al -43 registrato nel 2022, quando in città ci furono 33 nuove aperture e 76 chiusure di imprese commerciali. Difficile, infine, stabilire con precisione quante di queste serrande si siano abbassate in centro storico, dove solo nel 2023 si sono registrate le chiusure – tra le altre – del Minimo e del bar pasticceria Costanzi.

L’auspicio è che il piano di rilancio del centro storico annunciato dal sindaco Marco Panieri alla fine dello scorso anno (agevolazioni tariffarie sui parcheggi, più decoro e nuovi arredi urbani), ma non ancora presentato, possa contribuire a migliorare una situazione che purtroppo accomuna tante città.

Nel frattempo, proprio con l’obiettivo di dare una scossa al commercio in centro storico, a inizio settimana la Giunta ha svelato il calendario eventi che caratterizzeranno il cuore della città nel 2024. Oltre al doppio appuntamento con il Baccanale (anteprima a fine maggio e poi l’evento classico dal 19 ottobre al 10 novembre), ci si aspetta molto dai quattro Imola di mercoledì estivi e dalla settimana di concerti di Imola in musica (1-8 settembre).

"Gli eventi non sono l’unica soluzione alle problematiche del centro storico, che ha bisogno anche di quotidianità – hanno dichiarato nella circostanza il sindaco Panieri e l’assessore Pierangelo Raffini –, ma aiutano sicuramente la tenuta anche in virtù delle nuove aperture di esercizi commerciali che ci saranno nei prossimi mesi".

Il riferimento è all’ex Opera Dulcis (attorno a Pasqua è attesa la partenza della nuova gestione) e – si spera – anche all’ex bar Bacchilega, destinato a tornare presto sul mercato dopo un bando fallimentare ma anche alla luce della positiva esperienza di questi giorni in cui in locale è stato affidato temporaneamente ai titolari del Caffè Bologna alle prese con i lavori di restauro del loro immobile.