Come in molte aziende private e analogamente agli enti pubblici, via libera al lavoro agile anche in Comune a Imola, dopo l’esperienza legata alla pandemia. Nei giorni scorsi, infatti, la giunta comunale ha adottato la delibera che avvia la possibilità di una quota di smart working come modalità ordinaria di funzionamento di taluni uffici, che consente di alternare lavoro in presenza e lavoro da remoto. Analogo provvedimento è stato approvato recentemente presso il Circondario Imolese. Con questa delibera e l’allegato regolamento vengono definite le modalità di accesso individuale al lavoro agile, sempre e soltanto su base volontaria, senza tuttavia pregiudizio per la facoltà dell’ente di utilizzare il lavoro da remoto anche per far fronte a emergenze sanitarie (come il Covid-19) oppure in occasione di chiusure programmate degli uffici. La disciplina così stabilita mette l’accento sul fatto che l’impiego del lavoro agile non deve ovviamente comportare alcuna variazione nel livello dei servizi resi all’utenza, né sui tempi di attesa di servizi o appuntamenti e nemmeno alcuna riduzione degli orari di apertura o di ricevimento degli utenti.
Nella delibera sono fissate inoltre le regole anche per la concreta articolazione e organizzazione dello smart working, tali per cui in ogni caso per ciascun lavoratore in smart le giornate di lavoro da remoto non possono mai essere prevalenti sulle giornate in presenza, al netto delle eventuali assenze retribuite. Oltre al fatto che i lavoratori contemporaneamente in lavoro agile non possano mai essere la maggioranza del personale in forza al singolo servizio.
Per le attività che consentono di effettuare taluni prestazioni da remoto è stata individuata la percentuale dei lavoratori sul totale degli addetti. Al momento si è appena avviata l’opportunità di fare domanda de parte dei dipendenti che desiderano usufruirne ed essendo la scelta esclusivamente su base volontaria si saprà solo fra alcune settimane quanti avranno deciso di avvalersi di questa opportunità offerta dalla nuova norma. Il Comune ha individuato, inoltre, le attività che richiedono la presenza fisica dell’operatore e quindi non consentono al personale addetto di effettuare la prestazione in modalità di lavoro agile. Nello specifico, sono diverse e con numeri molto importanti le attività che non consentono lo smart working: quelle educative, di insegnamento, ausiliarie e servizi correlati (cuochi e autisti); di desk e centralino; di sportello ad apertura quotidiana; di movimentazione libri; di gestione archivi cartacei; di gestione magazzino e logistica. La disciplina contenuta nel regolamento è stata condivisa con tutte le rappresentanze sindacali dei lavoratori.
"Il Comune si allinea, come tutti gli enti pubblici, molte aziende private e tutte quelle di maggiori dimensioni, alle nuove normative sul lavoro agile – sottolinea il vicesindaco Fabrizio Castellari –. Questo è un fatto positivo che facilita la gestione del lavoro per gli uffici e il personale dell’ente, senza assolutamente nulla togliere ai servizi erogati verso i cittadini, né in termini di quantità e orari di apertura, né in termini di qualità del servizio erogato. E’ l’idea di servizi pubblici al passo con i tempi, che ora valorizzano una modalità organizzativa che negli anni della pandemia in certi periodi è stata una necessità, di cui ora si riesce a dare valore agli aspetti positivi di modernizzazione ed efficienza".