Imola, 2 agosto 2023 – È detenuto nel reparto psichiatrico del carcere di Reggio Emilia il lituano di 35 anni che lunedì, al culmine di una lite, ha cercato di uccidere la propria madre colpendola con un coltellaccio. La donna, di 63 anni, è stata operata al Maggiore di Bologna, dove ora è ricoverata in prognosi riservata. L’accusa per il giovane è tentato omicidio aggravato.
La sanguinosa vicenda è avvenuta in un alloggio al primo piano di uno stabile in via Verdi. Intorno alle 13 di lunedì al numero di emergenza della Polizia è arrivata la telefonata di una imolese che segnalava che una donna imbrattata di sangue stava invocando aiuto sul balcone, sporgendosi dalla ringhiera come se avesse tutte le intenzioni di buttarsi. Sul posto sono piombate due volanti del commissariato.
Due agenti sono rimasti sotto il balcone, per cercare di attutire gli effetti dell’impatto nel caso la donna si fosse effettivamente gettata di sotto, mentre gli altri due poliziotti si sono fiondati dentro l’edificio per salire al primo piano. Nell’atrio hanno incontrata una terrorizzata signora ucraina, la padrona di casa dell’appartamento in cui era avvenuta l’aggressione, che stava scappando: "Il figlio è ancora in casa", ha riferito in preda alla paura agli agenti. I poliziotti sono saliti, sono riusciti ad entrare nell’alloggio e hanno scorto il giovane andare in una camera. Gli hanno intimato l’alt, hanno attivato il taser (l’immobilizzatore elettrico) ma non c’è stata necessità di usarlo, perché nel giro di pochi secondi hanno immobilizzato l’uomo, ammanettandolo e portandolo a piano terra. Qui lo hanno infilato nella volante, e hanno dato una mano ai colleghi che ancora ‘sorvegliavano’ la donna ferita sul balcone. In quel momento sono arrivati i vigili del fuoco che con l’ausilio del cestello sono saliti fino al balcone, convincendo la donna a entrare per poi discendere a terra. Un’ambulanza l’ha poi portata al Maggiore dove è stata operata per suturare una grave ferita al fegato e rimediare un’altra ferita da taglio al ginocchio. È sedata e per ora non può parlare con nessuno.
Ma cos’era successo in quell’alloggio? Per ricostruire la vicenda la polizia ha in mano solo le parole della proprietaria di casa, che a Imola lavora come badante: "Non ho sentito litigi, ma da una camera urli e lamenti. Con lei già ferita al ginocchio siamo fuggite e ci siamo chiuse in un’altra camera". Poi il figlio ha sfondato la porta, e si è avventato sulla madre ferendola all’emitorace destro. Una volta arrestato, il lituano – regolare in Italia come la madre – si è chiuso in un totale mutismo. Il giovane ha problemi di natura psichiatrica. A Imola era in carico al Dipartimento di Salute mentale e nel 2017, quando era in Calabria con la genitrice, aveva già cercato di ammazzarla strangolandola. Era stato quindi dichiarato incapace di intendere e di volere e socialmente pericoloso, espiando la misura cautelare in una casa psichiatrica a Forlì, da dove era però scappato nell’ottobre dello scorso anno per ricomparire poi a Imola. Nel frattempo, in seguito alla fuga il Tribunale di sorv eglianza aveva inasprito la misura restrittiva.
La Scientifica ha effettuato i rilievi nell’alloggio e sono stati posti sotto sequestro tre coltelli, di cui due usati per ferire la donna, che lavorava in città come badante
ma. mar.