I dati confermano una sensazione diffusa: aumentano gli incidenti stradali in città. Da gennaio a giugno a Imola sono stati 156: hanno portato a 194 feriti (più della metà dei quali viaggiavano in auto) e a un decesso. Nel primo semestre del 2023, ci si era fermati a 133 incidenti, con 166 feriti e due vittime. A conti fatti, messo da parte il dimezzamento degli schianti mortali (anche se la triste conta andrà aggiornata a fine anno con il decesso del giovane Luca Calderoni avvenuto a fine settembre dopo una tragica caduta in moto), sul territorio comunale ci sono stati 23 incidenti e 28 feriti in più nel giro di un anno (gennaio-giugno 2024 rispetto allo stesso periodo2023).
I numeri meritano una riflessione, anche perché stridono con quelli del resto della provincia. Nel periodo gennaio-giugno 2024, nell’intera area metropolitana, gli incidenti sono stati 1.815, in diminuzione del 7,7 per cento rispetto all’analogo periodo del 2023 quando erano stati 1.967. Questo ha comportato una analoga diminuzione tra i feriti che, nei primi sei mesi del 2024, sono stati 2.353, -9,4% rispetto alle 2.597 persone ferite del 2023. Alla diminuzione dell’incidentalità ha corrisposto anche quella della mortalità, infatti i decessi nei primi sei mesi del 2024 sono stati 25, ben 11 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Nella sola Bologna si sono registrati 949 incidenti (nel 2023 erano 1.055, -10%), 1.177 feriti (171 in meno, -12,7%) e 4 decessi (4 in meno del 2023).
Il trend in pericolosa crescita che caratterizza la città ma non il resto della provincia né il comune capoluogo si ritrova invece a livello nazionale. In quest’ultimo caso, la stima del semestre indica infatti un aumento dell’incidentalità pari allo 0,9% di incidenti, dei feriti dello 0,5% e dei decessi del 4,0%.
"I dati parziali del 2024 raccontano già qualcosa di significativo sull’andamento della città capoluogo in seguito al provvedimento di ‘Bologna 30’ che ha ridotto significativamente gli incidenti gravi e mortali nei suoi primi sei mesi, mentre il resto dei comuni della città metropolitana hanno un calo meno significativo che pure fa ben sperare. Serve una reazione anche culturale, oltre che amministrativa, sul problema della violenza stradale – commenta Simona Larghetti, consigliera metropolitana delegata alla Mobilità sostenibile –. Complessivamente, il report ci richiama nella necessità di rafforzare l’azione amministrativa che intendiamo portare avanti finanziando progetti di moderazione del traffico e zone 30 nei centri abitati, dove avvengono la maggior parte degli incidenti, per le Unioni dei Comuni e con il lavoro sul Piano metropolitano della sicurezza stradale integrata che prevede anche interventi diffusi sulla rete provinciale dove la mortalità è più alta. In questa direzione le Unioni dei Comuni sono state finanziate per 350mila euro per progetti di sicurezza stradale che saranno attuati nel 2025".