REDAZIONE IMOLA

Sostenibilità e ambiente. La prima comunità cooperativa per condividere l’elettricità

L’iniziativa energetica viene portata sul territorio dall’azienda Bryo e da Legacoop Imola. Tra gli aderenti anche il centro sociale La Tozzona e Bacchilega. Primi allacciamenti a novembre.

L’iniziativa energetica viene portata sul territorio dall’azienda Bryo e da Legacoop Imola. Tra gli aderenti anche il centro sociale La Tozzona e Bacchilega. Primi allacciamenti a novembre.

L’iniziativa energetica viene portata sul territorio dall’azienda Bryo e da Legacoop Imola. Tra gli aderenti anche il centro sociale La Tozzona e Bacchilega. Primi allacciamenti a novembre.

È nata la prima comunità energetica rinnovabile del circondario imolese. L’obiettivo? Condividere energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili tra cittadini, enti del terzo settore e piccole e medie imprese. Un primo passaggio, per poi ampliare il mosaico sul territorio, per condividere energia pulita e ridurre l’impatto ambientale. Il progetto, patrocinato dal Nuovo Circondario Imolese, vede coinvolte diverse cooperative della zona: Aurora Seconda, Giovani Rilegatori, Hibou, Unicoop, Centro Abita, il centro sociale La Tozzona e Bacchilega. Ma anche realtà ecclesiastiche come la parrocchia di Santo Spirito e il seminario diocesano.

L’iniziativa si basa sulla partecipazione volontaria alla comunità, sul sistema di condivisione virtuale di quanto prodotto nel perimetro d’azione della cabina primaria e sulla funzionalità degli impianti fotovoltaici. Il progetto prende il via dalla relazione tra Bryo, che sosterrà gli investimenti per la produzione di energia ma non farà parte della comunità, e Legacoop Imola. Una combo che ha già dato i primi frutti in Romagna con la nascita della comunità energetica cooperativa Ravenna. Elementi distintivi saranno, però, l’apertura al mondo del terzo settore e la realizzazione di un’unica comunità in area circondariale con più configurazioni. Ogni comune, per non dire ogni quartiere, potrà quindi avere una piccola comunità energetica.

Il riferimento, infatti, è la cabina primaria e tutte le realtà legate a quel presidio potranno fare il loro ingresso in una comunità pronta ad accogliere anche ai cittadini con una simbolica quota associativa. Chi entra può portare i suoi consumi, ma anche le produzioni qualora disponga di impianti fotovoltaici, così da ricevere un doppio contributo per il consumo e per la produzione. Gli enti pubblici saranno solo sviluppatori del progetto mettendo a disposizione delle superfici, come parcheggi o tetti di strutture pubbliche, per ospitare gli impianti.

La stima prevede l’allacciamento dei primi impianti alle prime configurazioni nel mese di novembre. Mentre da qui a fine anno, si punterà alla disponibilità complessiva di circa 1,8 megawatt per la comunità divisi nelle varie configurazioni che nasceranno. Come quella che fa riferimento alla cabina primaria di Ortignola, nella quale confluiranno tre impianti fotovoltaici, e della quale faranno parte alcuni dei soci fondatori della cooperativa. Poi seguirà quella di Laguna e, a inizio 2025, una a Bubano e l’altra a Castel San Pietro Terme.

Bryo, nel periodo 2024 – 2025, si è data come obiettivo la produzione di 7,2 megawatt di nuovi impianti da comunità energetiche, per circa 8 milioni di euro di investimento. Così, allargando l’area a tutto il territorio del Con.Ami nel triennio 2024-2026, si mira a realizzare impianti per circa 20 megawatt con 21 milioni di euro di esborso. "Una nuova impresa con ambizioni importanti – spiega Mirco Mongardi, presidente del neonato sodalizio cooperativo –. L’apertura a tutti gli attori del territorio darà vita alla più grande distribuzione a livello energetico nella stessa fascia oraria. L’operazione metterà in campo una produzione energetica tale da soddisfare tutti coloro che aderiranno".