Sfila ‘Rivoluzione Gaya’. Bandiere palestinesi e slogan contro Vannacci

Il corteo è partito dal piazzale della stazione diretto verso il centro. Presente, come nelle altre occasioni, l’assessora Elisa Spada.

Sfila ‘Rivoluzione Gaya’. Bandiere palestinesi e slogan contro Vannacci

Sfila ‘Rivoluzione Gaya’. Bandiere palestinesi e slogan contro Vannacci

Cartelli, colori e musica a tutto volume. Più un paio di bandiere della Palestina, una delle quali rivisitata con i colori del pride. Oltre un centinaio di attivisti della comunità Lgbtqia+, numero in linea con gli anni precedenti, hanno partecipato ieri a Rivolta Gaya, il pride imolese arrivato quest’anno alla sua edizione numero sette.

In un tardo pomeriggio afoso, e in contemporanea con la partita della Nazionale agli Europei, il corteo è partito come ormai tradizione dal piazzale della stazione ferroviaria per dirigersi verso il centro storico attraversando viale Andrea Costa e via Appia.

Gli slogan: "Il corpo è mio e decido io; nessun governo, nessun Dio"; "Mai zitte mai sole". Nel mirino degli attivisti, quest’anno, è finito Roberto Vannacci, eletto con la Lega al Parlamento europeo. "Il mondo al contrario? Solo i fascisti", recita un cartello che accosta il libro del generale e piazzale Loreto.

Una volta arrivati sotto l’Orologio, i manifestanti hanno imboccato la via Emilia davanti alla biblioteca comunale, al Duomo e a Porta Montanara. Il corteo, rumoroso e colorato come tutti i gay pride, si è concluso in piazza Gramsci. Da segnalare la presenza, ormai costante da inizio mandato, dell’assessora comunale alle Pari opportunità, Elisa Spada.

Visto il passaggio in tante strade comprese nella Zona a traffico limitato cittadina, alcune delle quali persino in area pedonale, ben poche ripercussioni su una viabilità peraltro alleggerita dalle tante partenze del fine settimana estivo.

"Abbiamo deciso di scendere in piazza per il settimo anno di fila per mostrare ancora il nostro orgoglio queer anche in provincia – spiegano gli organizzatori –. Quest’anno scendiamo in piazza anche perché come comunità queer non possiamo restare indifferenti davanti alle ingiustizie atroci che ci circondano. Vogliamo che il Pride sia un momento per prendere una posizione radicale contro la guerra in Palestina e in Ucraina. Chiediamo un cessate il fuoco immediato, senza se e senza ma, affinché ogni popolo sia libero di autodeterminarsi. Allo stesso modo – concludono da Rivolta Gaya –, prendiamo posizione contro le politiche di questo governo che, in continuità con quelli precedenti, ci attacca sotto ogni fronte, dal diritto all’aborto all’accesso agli ormoni per le persone trans, dalla messa in discussione delle famiglie omogenitoriali all’attacco continuo alle nostre esistenze".