
La zona della cava vista dall’alto
"Dopo la Cava di via Corlo è più utile un fotovoltaico oppure una riserva naturale abbinata ai bacini di espansione del torrente Sillaro?". È questa la domanda che ha dato il titolo all’incontro che in settimana è stato organizzato dagli abitanti di via Corlo che si sono riuniti in un comitato, il "ComiCorlo", che chiede certezze sul futuro della zona a nord di Castel San Pietro dove potrebbe sorgere un enorme parco fotovoltaico.
"La Cava di Via Corlo, ormai attiva da 25 anni, era un’area ricchissima di vigneti e frutteti, ma grazie alle continue concessioni del Comune, ora sembrerebbe povera e trasandata ad un occhio inesperto" affermano i residenti riuniti nel comitato che proprio a inizio settimana avranno un incontro con la sindaca Francesca Marchetti, e che contano tra i loro componenti anche il naturalista ed esperto di orchidee selvatiche Gianni Mazzuchelli, che spiega.
"In quest’area è tutt’ora presente un altissimo numero di rapaci selvatici, notturni e diurni a partire dall’Albanella, rapace diurno che nidifica nel grano e che può arrivare ad avere un’apertura alare di 2 metri, fino ai rarissimi Barbagianni, protagonisti qualche anno fa anche della trasmissione Geo e Geo che venne proprio in questa zona a riprendere e osservare una famiglia che qui nidifica da sempre".
Uno spicchio di natura incontaminato perché "il terreno non è stato intaccato da diserbanti. La cava ha il divieto assoluto di utilizzo, e l’estrema vicinanza con il torrente Sillaro ha permesso anche a diverse orchidee spontanee terrestri (come Orchis Palustri, Orchis Purpurea e Orchis Morio) di trovare un’habitat ideale per la germinazione e la fioritura". Orchidee che, specifica Mazzuchelli, "impiegano anche 15 anni prima di fiorire, perché queste piante devono trovare le condizioni ideali, ma soprattutto terreni sani e non inquinati". È proprio il naturalista Mazzuchelli che diversi anni fa, quando era nella commissione ambiente del Comune, aveva proposto il prolungamento del Parco lungo il Sillaro anche in quest’area, proposta che era stata ben accolta d appoggiata anche dalla Regione.
Il progetto prevedeva un percorso ciclo pedonale con la realizzazione di aree di sosta attrezzate e piccoli chioschi dove rifocillarsi. Un progetto però accantonato, e che per paradosso rischia ora di lasciare spazio alla "realizzazione di un parco fotovoltaico da 16,25 Mw con una centrale elettrica di diverse centinaia di metri, che servirà come centrale per tutti gli impianti fotovoltaici di Imola", spiegano i cittadini che ora chiederanno lumi al comune, nella speranza che il progetto prospettato da chi ha rilevato la cava ex Cti non abbia seguito, o venga comunque radicalmente modificato.
Claudio Bolognesi