ENRICO AGNESSI
Cronaca

Raddoppio dei binari: nuova linea ferroviaria, il dilemma del percorso al tavolo istituzionale

Imola: il punto sul maxi progetto da 3,6 miliardi di Rete Ferroviaria italiana. Tutti i tracciati proposti hanno un forte impatto sul territorio, fra necessità di espropri e viadotti. Ora si valuta l’ipotesi del tunnel

La stazione di Imola

La stazione di Imola

Imola, 15 settembre 2024 – Il tema del potenziamento della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese tiene banco ormai da mesi. E in particolare ha iniziato a scaldare gli animi dai primi giorni di questa bollente estate. La questione è più che mai ingarbugliata. Si chiama quadruplicamento, ma il progetto da 3,6 miliardi che Rete ferroviaria italiana vuole portare fino a Lecce – come parte di un corridoio europeo – prevede in realtà il raddoppio dei binari esistenti (da due a quattro, per l’appunto), destinando il nuovo tracciato all’alta velocità (senza fermate a Imola) e al trasporto delle merci. La linea ‘storica’, quella che esiste attualmente sarebbe invece destinata al trasporto locale, vedendo aumentata di conseguenza la propria capacità.

Dopo che a inizio anno è stata chiara l’impossibilità di affiancare i nuovi binari a quelli esistenti a causa della mancanza di spazio, Rfi ha presentato la scorsa primavera tre diverse ipotesi di ampliamento attraverso la costruzione di un viadotto dalle parti dell’autostrada: una più a nord, l’altra più a sud e l’ultima quasi in parallelo al tracciato della A14. I viadotti, che in alcune delle ipotesi raggiungevano i 18 metri, sono necessari per superare, per esempio, le intersezioni con l’autostrada. È ovvio che l’ìmpatto paesaggistico, ma anche in termini di espropri, sarebbe rilevante.

Dopo la protesta dei residenti e degli agricoltori, questi ultimi sostenuti dalle loro associazioni di categoria, da Roma i tecnici hanno portato all’attenzione di Comune e cittadini un nuovo progetto, presentandolo durante un affollato incontro pubblico in Municipio: potenziamento della linea sempre con una sopraelevata, ma vicino all’attuale ferrovia.

Un gruppo di cittadini, residenti nei quartieri interessati dalla costruzione del viadotto, ha cominciato a raccogliere firme contro tale ipotesi che avrebbe avuto un impatto notevole visto il poco spazio.

Sulla scena era però comparso già da tempo il comitato ‘No Viadotto’, che dopo aver collezionato oltre duemila firme per contrastare i tre progetti con sopraelevazione nelle zone rurali ha detto ‘no’ anche a questo ulteriore piano. E ha accompagnato le quattro bocciature con un proprio studio relativo a un possibile passaggio della ferrovia in galleria sotto la superficie (scartato invece da Rfi per il pericolo di rischio idraulico). Un’ipotesi che ha suscitato interesse nei Comuni

In uno scenario come quello fin qui descritto, il Comune di Imola ha accusato i tecnici delle ferrovie di scarsa trasparenza e mancata partecipazione.

Anzi, tutti i Comuni interessati dall’attraversamento, da Bologna e San Lazzaro a quello di Castel Bolognese, hanno scritto a Regione e Rete Ferroviaria italiana chiedendo un tavolo permanente (che si farà).Dopo aver aperto all’idea della galleria , al pari degli altri amministratori coinvolti dal progetto (fra i quali il sindaco di Dozza, Luca Albertazzi), il sindaco Marco Panieri nella sua intervista di Ferragosto con il Carlino si è limitato a definire come "più plausibile" il tracciato a Nord dell’autostrada. L’opposizione, dal canto suo, ha accusato il primo cittadino di temporeggiare senza decidere.

La prossima tappa, concluso il termine per la presentazione delle osservazioni al progetto, è l’apertura di un tavolo interistituzionale al quale – questo almeno è l’impegno preso dal Comune – parteciperanno anche i comitati.