Un altro semaforo rosso per le strade provinciali della collina a più di un anno di distanza dalla devastante alluvione che ha colpito il territorio nel maggio del 2023. E questa volta il grido d’allarme lo lanciano gli abitanti della piccola borgata di Sant’Apollinare a pochi chilometri da Sassoleone in un territorio diviso a metà tra Casalfiumanese e Fontanelice. Indice puntato contro chi non pare avere troppa urgenza di sistemare le due più grosse frane che hanno colpito la Strada provinciale 34 ‘Gesso’ caricando di traffico, anche di mezzi pesanti e agricoli, una piccola stradina vicinale che si snoda tra le case della borgata.
"Qua non si vede più nessuno per cercare di sistemare le frane e contenere i disagi causati dal tentativo inadeguato di creare una strada alternativa all’interno di Sant’Apollinare – racconta Alessio Pasatti, artigiano con casa di famiglia e punto di appoggio nella località –. Un tratto non idoneo al passaggio di grandi mezzi di trasporto. Le promesse di sistemare entrambe le frane che insistono sulla Sp34 entro ottobre-novembre di quest’anno, fatte dai dirigenti della Città metropolitana durante un incontro pubblico a dicembre del 2023, sembrano ormai una lontana illusione poiché i lavori non sono ancora partiti". Tra gli interventi più urgenti previsti, infatti, c’era proprio l’asfaltatura della strada alternativa che passa per Sant’Apollinare che pare pure priva di idonea manutenzione: "Abbiamo perso le speranze – continua –. La piccola arteria si trasforma nel letto di un fiume ogni volta che piove forte perché i fossi e le canaline taglia-acqua non ci sono o non funzionano a dovere. La pioggia, poi, scava la carreggiata creando buche enormi. Mi è già capitato di dover usare la mia ruspa per rattoppare questo scempio. Un disagio ciclico che si ripete con le condizioni meteo avverse".
Ma non è tutto: "Quando non piove, le case di Sant’Apollinare sono invase da una nuvola di polvere alzata dal passaggio a velocità sconsiderata dei veicoli sulla carreggiata ghiaiata – svela Pasatti –. Per non parlare delle difficoltà degli agricoltori della zona che faticano a transitare con i propri mezzi lungo la stradina. Da qualche tempo i miei familiari, proprietari di parte della borgata, hanno messo a disposizione della comunità un loro piazzale privato per limitare il problema. Qua ci si aiuta l’uno con l’altro, ma non è così che dovrebbero andare le cose".
Poi l’affondo all’ex provincia: "Si era parlato di risorse disponibili per intervenire tempestivamente ma, a mesi di distanza, nulla è cambiato – conclude –. Vedo transitare sulla strada, di tanto in tanto, gli operai dell’ente metropolitano ma nessuno si ferma per fare i lavori. Evidentemente manca l’input giusto dall’alto. Mi chiedo il perché di questa situazione, siamo abbandonati al nostro destino."
E all’appello si unisce anche la sezione territoriale di Coldiretti: "Siamo molto preoccupati per i ritardi accumulati negli interventi di sistemazione di questa importante strada di collegamento tra la vallata del Santerno e del Sillaro – fanno sapere dall’associazione di categoria –. Notevoli i disagi che subiscono gli agricoltori che lavorano in quella zona. Tra questi, un’azienda agrituristica che ha riportato gravi danni economici. Le promesse, adesso, non sono più rimandabili. E’ inutile parlare di turismo nel nostro Appennino se non si interviene tempestivamente sulla sistemazione della rete viaria".