"L’Imolese? E’ il territorio delle eccellenze, ma guai a rimanere troppo seduti nei nostri confini".
Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Bologna Metropolitana, i dati targati 2020 sul sistema produttivo locale – confrontati col resto del territorio – non è che siano proprio confortanti, su cosa c’è da riflettere?
"Partiamo dal rapporto col capoluogo: Bologna, protagonista di un tasso di crescita che di questi tempi è incoraggiante (+0,19, ndr). Abbiamo bisogno di rafforzare il legame con le Due torri. Il cuore imolese batte chiaramente per la Romagna, ma servirà mantenere una forte connessione con la grande città, così da non rimanere indietro".
Da dove ripartire dunque?
"Siamo in una posizione strategica: a mezz’ora dal mare e a mezz’ora da uno degli aeroporti più importanti d’Italia, le basi ci sono, resta da lavorare ancora sull’attrattività".
Sta dicendo che Imola ha bisogno di essere promossa?
"Fondamentalmente sì, con lo scopo di attrarre nuovi investimenti e investitori come non viene fatto da tempo, per questo servirà una cabina di regia a livello locale".
Non è un po’ quello che si è cercato di fare con il Gp di Formula 1?
"Il Gran Premio, insieme con il rilancio della regione e del Made in Italy ha senza dubbio ridato un grande valore alla nostra immagine, proiettando Imola negli schermi di tutto il mondo. Ma questo ritorno sarà ora da calare a terra per favorire investimenti concreti sul nostro territorio, senza appunto rimanere seduti sugli allori".
Neanche a dirlo, a soffrire maggiormente sono sempre le imprese di vicinato, situate nei piccoli centri abitati.
"Anche lì ci sarà bisogno di investire, in modo particolare a livello infrastrutturale. I territori potranno essere attivi se con loro rimarranno vive le persone, gli imprenditori che in questi anni li hanno sempre sostenuti con le loro attività. Ci sarà bisogno del supporto di tutti: dal mondo della politica a quello delle associazioni, senza dimenticare che Imola è il territorio delle eccellenze, ma non deve rimanere chiuso dentro i propri confini".
Gabriele Tassi