Non una bocciatura su tutti i fronti, non una condanna dal mondo studentesco. L’ormai ribattezzata ’Dad’, la didattica a distanza si guadagna anche qualche nota di merito tra le fila studentesche.
Perché?
"Perché in questo momento ha più pregi che difetti. La situazione dei contagi e l’avanzamento della pandemia offrono ben pochi spiragli".
A parlare è Giovanni Mastropasqua, studente diciannovenne dell’Istituto tecnico Alberghetti, con specializzazione in elettronica.
Il suo è un corso di studi piuttosto ’pratico’, le lezioni online funzionano comunque?
"Al momento svolgiamo una sola giornata di lezione in presenza, la scuola e i compagni ci mancano, certo, ma mancano le condizioni per poter stare serenamente tutti insieme".
Meglio le quattro mura di casa quindi?
"Meglio, a mio avviso, una decisione più unitaria. In questi mesi abbiamo visto tante oscillazioni fra la didattica a distanza e le lezioni in presenza. Vedo più prudente un ritorno a scuola completo e graduale, quando i dati sui contagi lo consentiranno".
Anche il mondo del lavoro è come se si fosse spostato ’online’, a casa riuscite a gestire bene la situazione?
"Siamo in quattro in casa, e tutti lavoriamo o studiamo da qui contemporaneamente. La convivenza è buona, ma durante il lockdown di marzo abbiamo avuto diversi problemi con la linea a internet – pur abitando in città –, e abbiamo dovuto cambiare contratto".
Per voi questo è l’anno della maturità, siete un po’ preoccupati?
"Sì, ma non tanto per lo studio e per la preparazione di base, ma in modo particolare perché ancora non si conoscono le modalità della prova. E’ un’incognita che un po’ ci spaventa".
E il futuro? Vi aspettate effetti negativi sul mondo del lavoro?
"Spero non a lungo termine, ma temo che nell’immediato qualche ripercussione ci sarà, anche perché quest’anno abbiamo dovuto fare a meno dell’alternanza scuola-lavoro".
g. t.