Il Sap, Sindacato autonomo di polizia, scrive al questore di Bologna per denunciare la "allarmante carenza di personale" nel commissariato di via Mazzini. Nella missiva, il segretario provinciale Tonino Guglielmi si lamenta per una situazione divenuta "ormai cronica" che sta "compromettendo l’efficienza del servizio di polizia" a Imola con "ripercussioni dirette anche sulla sicurezza dei cittadini oltre che sul benessere del personale". Secondo i numeri forniti dal sindacato, oggi in via Mazzini ci sono solo nove ispettori e sei sovrintendenti a fronte di un organico che dovrebbe consistere, come da tabella ministeriale, in 16 ispettori e 15 sovrintendenti. E c’è da considerare che bisogna decurtare, dai numeri sopra citati, due ispettori e un sovrintendente in quanto assegnati alla scientifica e un ulteriore ispettore aggregato per soli due mesi al commissariato. Per questo motivo, Guglielmi chiede un "intervento urgente" al questore.
Il tema delle carenze organiche del commissariato è tornato di attualità nei giorni scorsi alla luce dell’aggressione ai danni del personale sanitario compiuta da utente del Pronto soccorso poi finito agli arresti domiciliari.
"Va data continuità su tutti i giorni della settimana a un presidio delle forze di sicurezza in ambedue gli ospedali, dato che anche all’ospedale vecchio si sono ugualmente verificati fatti sgradevoli dovuti alla permanenza sotto il porticato di ingresso di persone senza fissa dimora e con problemi di alcolismo – racconta Erika Ferretti della Funzione Pubblica della Cgil Imola –. L’argomento, vista la sua importanza, deve vedere un coinvolgimento ampio delle istituzioni dato che le forze dell’ordine sono un deterrente e una risposta immediata alla necessità di sicurezza degli operatori sanitari e socio sanitari, ma occorre anche intervenire allo stesso modo sul disagio psicologico e psichiatrico che si presenta sul territorio del circondario, nonché sulle dipendenze che ciclicamente presentano i loro effetti in modo virulento".
E dal momento che di tali argomenti "si è già discusso con la Ausl", secondo Ferretti occorre "passare dalla fase di analisi a quella di realizzazione di iniziative concrete che salvaguardino l’incolumità degli operatori e incidano anche culturalmente su tutti quei segnali di disagio che arrivano dal territorio".