Nuova ferrovia, il comitato attacca: "Ignorate le richieste del territorio"

Imola, polemica sui progetti per la linea Bologna - Castel Bolognese, il portavoce Martignani: "Indignati per la pubblicazione dei nuovi tracciati in barba a tutte le osservazioni"

Nuova ferrovia, il comitato attacca: "Ignorate le richieste del territorio"

Il portavoce Martignani: "Indignati per la pubblicazione dei nuovi tracciati in barba a tutte le osservazioni"

Le nuove ipotesi di tracciato per il potenziamento della ferrovia, e in particolare la conferma di Rete ferroviaria italiana al disco rosso al progetto del tunnel sotterraneo per attraversare la città, provocano la protesta del comitato imolese ‘No Viadotto’. La compagine nata appunto per contrastare il raddoppio dei binari attraverso una soprelevata (ora da Roma vorrebbero costruire il tratto imolese a Nord della A14) ha espresso ieri "tutta la propria indignazione in merito ai nuovi tracciati pubblicati e proposti in barba a tutte le osservazioni effettuate dai cittadini, dalle amministrazioni e dalle associazioni" (il riferimento e agli aggiornamenti sul sito www.dpbolognacastelbolognese.it).

Come noto, il maxi progetto fa parte di un corridoio europeo e intende separare traffico alta velocità e merci da quello locale, realizzando una nuova linea (quindi raddoppio o ’quadruplicamento’ inteso nel senso che i binari diventanocomplessivamente quattro). L’impatto però della nuova linea si preannuncia però notevole, sia per la possibile realizzazione di viadotti con impatto ambientale e paesaggistico, sia in termini di espropri.

Secondo il portavoce del comitato No Viadotto, Armando Martignani, "Rfi che ha mantenuto le stesse posizioni preconcette esternate il 12 giugno a Imola e la non condivisione di tutti gli altri partecipanti. Dispiace – spiega il referente del comitato ‘No Viadotto’ - riscontrare tanta arroganza, supponenza e prepotenza, gli ingredienti del modello di democrazia applicata a un dibattito pubblico messo in scena da Rfi, che di per sé sarebbe uno straordinario strumento, se non fosse forviato dalla dissennata consapevolezza degli interlocutori di avere dalla loro il ‘potere decisionale’ a discapito delle teste, delle case, dei poderi e delle imprese dei cittadini".

Sempre secondo Martignani, "indigna riscontrare i tracciati riproposti sempre su viadotto, che se ne infischiano di tutte le indicazioni giunte da cittadini e agricoltori, dai sindaci, dalla Città metropolitana, tutti favorevoli al tunnel sotterraneo. Una soluzione ovunque adottata e solo in Romagna pregiudizialmente snobbata e cassata a priori – va avanti Martignani –, quando è noto che l’autorità competente del bacino del Po non ha ancora espresso nessun parere in tal senso".

La protesta del comitato NoViadotto "è una protesta pacifica, ma fino all’ultimo momento non molleremo di un centimetro e ci faremo sentire", prosegue Martignani. E conclude: "Una cosa è certa: questa nuova prospettiva sta provocando disordine e il riemergere in tantissimi cittadini disseminati lungo tutti quei percorsi, delle stesse preoccupazioni di prima dell’estate. Chiediamo ad alta voce un ulteriore rinvio della data del 4 novembre, in primo luogo per la mancanza del presidente di Regione e della sua giunta, ed in secondo luogo per avere il tempo per analizzare e approfondire le tante affermazioni cavalcate nel documento da Rfi".

Per quanto riguarda il fronte politico, sulla questione è tornato ieri anche il leghista Daniele Marchetti, che ha parlato invece di "temporeggiamento del Pd legato solo alle elezioni regionali" ricordando come già nel 2021, la l’ente di viale Aldo Moro avesse "inviato una comunicazione a Rfi chiedendo di assicurare tempestivamente le risorse necessarie per il quadruplicamento della tratta Bologna-Castel Bolognese. E nel 2022 – ricostruisce sempre Marchetti – è stata fatta un’ulteriore richiesta al ministero competente per risorse aggiuntive. In tutti questi anni, oltre a sollecitare e protestare, la Regione o gli enti locali che oggi si oppongono hanno mai avanzato una loro visione progettuale? - conclude l’esponente del Carroccio –. È inaccettabile continuare a rimandare un’opera così importante per la nostra Regione e per l’intero Paese. Siamo di fronte a un blocco che penalizza non solo lo sviluppo infrastrutturale, ma anche le nostre comunità".