REDAZIONE IMOLA

"Nuova caldaia al Commissariato, i tempi previsti sono troppo lunghi"

Arriva una nuova caldaia al commissariato, ma i tempi non saranno brevi. "Se fosse capitato in un altro luogo, una...

Il commissariato di Imola (. foto d’archivio

Il commissariato di Imola (. foto d’archivio

Arriva una nuova caldaia al commissariato, ma i tempi non saranno brevi. "Se fosse capitato in un altro luogo, una scuola o un’ospedale per esempio si sarebbe intervenuti subito e invece chi tutela la sicurezza nel territorio è stato lasciato a freddo troppo a lungo". Parole del segretario del Sindacato autonomo di polizia, Tonino Guglielmi che torna sul caso del riscaldamento rotto da mesi al commissariato di polizia di Imola (struttura che comprende anche alloggi di servizio per un certo numero di poliziotti).

Il problema si avvia finalmente a una soluzione con la sostituzione dell’impianto, ma il sindacato Sap chiede maggiore rapidità: "Bisognava agire in maniera straordinaria e invece si è scelta la via ordinaria – denuncia Guglielmi –. ricordiamo la rilevanza del commissariato di Imola, superiore per personale e territorio a quello di diverse questure italiane". In una lettera al questore, Gueglielmi lamenta "la gestione della vicenda, protrattasi per settimane con il coinvol gimento di numerose ditte, che ha generato profondo disappunto, culminando nella prevedibile decisione di sostituzione dell’impianto – scrive –. Inoltre, nonostante l’aggiudicazione dell’appalto sia avvenuta due giorni fa (il 20 dicembre, ndr), apprendiamo dal Sig. Vicario che l’intervento di sostituzione è previsto solo per il 7 gennaio 2025. Siamo profondamente delusi e continuiamo a provare vergogna per quanto accaduto. Vergogna per la pessima gestione, con la consapevolezza che alcuni colleghi prestino servizio con temperature che oscillano tra i 7 e i 10 gradi centigradi e altri alloggino in condizioni estreme. Esprimiamo la nostra preoccupazione per i 17 giorni di attesa prima dell’avvio dei lavori, ritardo inspiegabile considerata l’urgenza della situazione. Questi 17 giorni, sommati ai tempi di effettiva messa in funzione, porteranno a circa 30 giorni di ritardo dall’apertura delle buste. In questo contesto, anche brevi ritardi hanno ripercussioni significative sull’operatività. Le conseguenze sulla salute del personale sono particolarmente preoccupanti". Guglielmi conclude auspicando tempi più rapidi: "Si tratta di interventi urgenti che richiedono un’immediata attenzione".