GABRIELE TASSI
Cronaca

Nasconde al fisco 250mila euro. Muratore senza partita Iva nei guai

L’uomo, destinatario anche del Reddito di cittadinanza, ha lavorato in nero fra il 2017 e il 2024. Denunciato dalla Finanza: l’operaio rischia una maxi multa oltre alla reclusione fino a sei anni.

L’uomo avrebbe lavorato fra il 2017 e il 2024 nel circondario (foto di repertorio)

L’uomo avrebbe lavorato fra il 2017 e il 2024 nel circondario (foto di repertorio)

Col passaparola si era costruito un bel giro di clienti. E in sette anni, cantiere dopo cantiere, si sarebbe messo in tasca circa 250mila euro, restando però invisibile al fisco. Non contento, nel frattempo, per circa cinque anni avrebbe anche chiesto e percepito il reddito di cittadinanza. Ad aprire il vaso di Pandora sono stati i militari della Guardia di finanza imolesi. Grazie alle periodiche verifiche fiscali che le fiamme gialle svolgono tramite i propri database, sono riuscite a risalire all’uomo, residente a Ozzano e completamente sconosciuto al fisco.

Lavorava un po’ dappertutto in provincia di Bologna, in particolare nel territorio del circondario imolese. Secondo la Finanza l’operaio avrebbe evaso almeno per sette anni, nel periodo compreso fra il 2017 e il 2024, operando per lo più senza una partita iva. Si faceva pagare in nero, un po’ in contanti, un po’ tramite i bonifici arrivati dai clienti. Grazie alle tracce delle operazioni bancarie, seguendo a ritroso i flussi di denaro i militari hanno ricostruito un giro d’affari da circa 250mila euro. In più, in un caso, il lavoro sarebbe anche stato pagato in contanti, oltre la somma di cinquemila euro prevista dalle norme antiriciclaggio. Così, nei confronti dell’uomo, scatterà una multa che potrebbe variare dai mille fino a un massimo di cinquantamila euro.

Evidentemente però il lavoro di muratore non era abbastanza per l’uomo, che ha fatto richiesta per il Reddito di cittadinanza, ottenendolo. Ecco allora, in cinque anni, altre sedicimila euro "indebitamente percepite", ricostruiscono i finanzieri.

L’operaio è stato quindi immediatamente segnalato agli uffici di competenza dell’Inps per la revoca del Reddito di cittadinanza. A questo si aggiunge la denuncia alla procura di Bologna per il reato "punibile con la reclusione dai 2 ai sei anni", ricostruiscono dal comando provinciale delle Fiamme gialle.

Le iniziative delle Guardia di finanza, le verifiche fiscali e l’incrocio di informazioni delle banche dati sono tutte volte "a contrastare l’evasione, favorendo una più equa ripartizione del prelievo impositivo fra i cittadini, oltre alla spesa pubblica nazionale", concludono i militari imolesi.

g. t.