MATTIA GRANDI
Cronaca

Nadia, la regina della Moto Gp: "Da lassù il mio Fausto continua a darmi un aiuto"

La moglie di Gresini, morto per Covid nel 2021, è la prima donna manager: il suo team vola. "Facevo l’infermiera, due o tre giorni dopo la sua scomparsa ho deciso di cambiare vita"

Nadia Padovani, moglie del compianto Fausto Gresini, insieme a tre dei loro quattro figli. Nadia guida il team creato dal marito

Nadia Padovani, moglie del compianto Fausto Gresini, insieme a tre dei loro quattro figli. Nadia guida il team creato dal marito

Imola, 11 settembre 2024 – La Wonder Woman della MotoGp. Già, perché Nadia Padovani, team owner e team principal di Gresini Racing, deve avere dei superpoteri. Prima donna manager nella top class del motomondiale, madre di quattro figli e un passato da infermiera. La sua vita cambia il 23 febbraio del 2021 con la morte a causa del Covid del marito Fausto Gresini, due volte iridato della classe 125 e fondatore della scuderia con sede a Faenza. Due mesi dopo la Padovani prende in mano le redini di un’azienda che dà lavoro a 70 persone. Il resto è storia. Come la vittoria di Marc Marquez a Misano di qualche giorno fa.

Nadia, il tempo le ha dato ragione. Lo rifarebbe?

"Certo, tutto quanto. La decisione l’ho presa due o tre giorni dopo la morte di mio marito. Una scelta istintiva e incosciente perché di quel mondo sapevo solo quello che mi raccontava Fausto".

Una bella salita...

"Complicatissima, ma non mi sono mai sentita sola grazie ai miei figli e alla famiglia Gresini Racing. Poi, da lassù, lui mi ha dato una mano".

Donna al comando in un ambiente prettamente maschile. In questi tre anni abbondanti è cambiato l’approccio nei suoi confronti?

"Sì, soprattutto da parte di chi mi conosce bene come i vertici Ducati. Poi, di tanto in tanto, c’è qualche addetto ai lavori che fatica ad incrociare il mio sguardo ma io, adesso, me ne frego".

Mi spieghi meglio.

"Non ho mai pensato di sostituire mio marito. Lui era un visionario, impossibile rimpiazzare uno così grande. Volevo solo portare avanti il suo sogno e ho dato il massimo. Beh, alla fine, qualcosa di buono ho fatto".

Ha lavorato molto anche su sé stessa.

"Le donne devono dimostrare tanto per essere prese in considerazione. Io, però, sono rimasta la Nadia di sempre. Ogni mia decisione è stata presa per il bene della squadra e dell’azienda. Ringrazio tutti i giorni i miei collaboratori e ora faccio parlare i risultati ottenuti. Sono fiera".

E come mamma in giro per il mondo?

"All’inizio è stata durissima. In particolar modo per Agnese, la mia figlia più piccola. Aveva solo 10 anni quando ha perso il suo babbo e ogni volta che partivo per una trasferta iridata temeva che non tornassi più a casa. Adesso va meglio".

Il momento più emozionante di questa sua seconda vita?

"Ce ne sono stati tanti. Su tutti, la vittoria di Bastianini in Qatar nel 2022 nella gara d’esordio di quel mondiale. La prima senza Fausto. In quel Gran Premio c’era dentro tutto: fatica, dolore, emozione. Ma anche l’affermazione di Di Giannantonio sulla stessa pista l’anno dopo. E poi la doppietta di Marc (Marquez, ndr) tra Aragon e Misano in queste ultime settimane". Suo figlio Lorenzo ci ha raccontato di una nuvola a forma di ‘F’ avvistata sul cielo di Misano poco prima del via.

"Non mi piace parlare di queste cose pubblicamente, si rischia sempre di passare per allucinati. Purtroppo non avevo con me il cellulare e non sono riuscita a fotografarla. Fausto era lì e io ci credo, questo mi basta".

Poi dopo quelle gocce di pioggia provvidenziali, difficile pensare il contrario.

"Un’emozione incredibile vedere Marquez salire sul gradino più alto del podio di Misano con addosso una tuta colorata come quella dei grandi trionfi anni ’80 di mio marito. Un sogno diventato realtà. Lui se la meritava una soddisfazione così per tutto quello che ha fatto e dato al mondo delle moto".

Una cosa, però, non le è proprio andata giù.

"I fischi a Marc da parte di alcuni tifosi. Un gesto che ferisce anche noi che siamo un team emiliano-romagnolo. Ne abbiamo passate tante con le morti di Kato, Sic e Fausto e quei fischi non ce li meritiamo".