REDAZIONE IMOLA

Montecatone alle Paralimpiadi. Fra gli atleti in gara tre ex pazienti

A Parigi ci saranno per i colori azzurri Carlotta Ragazzini, Giada Rossi e Stefano Travisani

A Parigi ci saranno per i colori azzurri Carlotta Ragazzini, Giada Rossi e Stefano Travisani

A Parigi ci saranno per i colori azzurri Carlotta Ragazzini, Giada Rossi e Stefano Travisani

Imola (Bologna), 28 agosto 2024 – C’è anche un pezzo di Montecatone ai Giochi Paralimpici al via oggi a Parigi. Si tratta di tre ex pazienti dell’istituto di riabilitazione imolese: Carlotta Ragazzini, Giada Rossi e Stefano Travisani.

Ragazzini, 23 anni, di Faenza, è impegnata nel tennistavolo. La sua storia viene raccontata dal Comitato italiano paralimpico, col quale Montecatone collabora da tempo: "Durante il ricovero nell’unità spinale, a seguito dell’aggravarsi della sua condizione fisica dovuta a un cavernoma intramidollare insorto a 18 mesi di vita, ricorda di aver sentito il rumore di uno scambio di tennistavolo proveniente dal terzo piano della struttura, dove si tenevano le attività ricreative. Si è incuriosita e ha deciso di provare. In breve tempo il tennistavolo è diventato una vera e propria passione".

Anche la 30enne Rossi, di San Vito al Tagliamento (Pordenone), è impegnata nel tennistavolo. Al comitato italiano paralimpico ha spiegato di ricordare molto bene la prima convocazione in Nazionale. "Mi ero appena diplomata – racconta – e sarei andata a disputare gli Europei di tennistavolo, ero emozionatissima". Succedeva nel 2013. Nel 2008, a 14 anni, un tuffo nella piscina di casa le causa una tetraplegia. Tante le persone che hanno contribuito alla sua crescita sportiva e personale. "La mia famiglia è stata fondamentale – ricorda –, così come lo è sempre stato il mio allenatore, che mi ha motivata e aiutata nei momenti difficili".

Travisani, 39 anni, di Milano, si cimenterà invece nel tiro con l’arco. "Quando tutto sembra finito, è proprio là che comincia la storia – è il suo motto – . La disabilità va in primis accettata, poi mostrata con orgoglio". A Stefano lo sport ha tolto tanto, perché la sua paraplegia è dovuta a un incidente nel 2015 in sella alla mountain bike ma gli ha anche restituito molto e oggi è una delle punte di diamante della Nazionale. A Tokyo 2020 il momento più emozionante della sua carriera, con la vittoria della medaglia d’argento.

Un grande in bocca al lupo è stato rivolto agli atleti dal commissario straordinario di Montecatone, Mario Tubertini "Questi risultati – spiega – sono anche frutto del lavoro che quotidianamente i nostri operatori, in sinergia con i tecnici del Comitato italiano paralimpico, svolgono verso le persone ricoverate. Per noi la rieducazione tramite gesto sportivo è un vero e proprio strumento di riabilitazione e di integrazione".

Il Progetto riabilitativo prevede infatti l’eventuale inserimento dei pazienti in diverse discipline sportive: nuoto, tennis, basket, scherma, tiro con l’arco, tiro a segno con pistola e carabina ad aria compressa, ping-pong, uniciclo e golf. L’attività richiede luoghi disponibili – per lo più all’esterno dell’ospedale – e competenze tecniche specifiche. L’Istituto si avvale della collaborazione del Comitato italiano paralimpico per ciò che riguarda il reperimento di attrezzature, luoghi di svolgimento e personale tecnico specifico.

"L’inserimento dello sport nel progetto personalizzato di riabilitazione del paziente ha lo scopo di utilizzarne i benefici per incrementare i risultati del programma riabilitativo – conclude Roberta Vannini, coordinatrice del programma ‘Riabilitazione tramite gesto sportivo’ -. In particolare, l’utilizzo del gesto sportivo in modo mirato e specifico, ha l’obiettivo di aumentare la capacità di reazione, la forza e il tono muscolare, la resistenza allo sforzo e la capacità cardiorespiratoria, il controllo del tronco, la coordinazione e la sicurezza nella gestione della carrozzina".