Imola, 22 settembre 2024 – Quanto accaduto nel circondario imolese non è paragonabile a quanto accaduto nel Ravennate. Dati chiari quelli che emergono dalla rete agrometeorologica dell’Istituto Scarabelli-Ghini di Imola coordinata da Fausto Ravaldi in relazione all’ondata di maltempo di qualche giorno fa nel territorio imolese.
Il responsabile della prolungata perturbazione sui cieli della Romagna ha un nome: il ponte di Voejkov. “Un fenomeno che capita di rado – spiega Ravaldi -. L’anticiclone siberiano, di fatto, si è unito a quello delle Azzorre sopra all’arco alpino in una zona di alta pressione. Una massa poi attirata dalla bassa pressione dell’area ciclonica presente sul mare Adriatico (ad altezza del Centro Italia, ndr) e rimasta bloccata lì per giorni dal muro provocato ad est dallo stesso anticiclone siberiano”.
Inevitabile, quindi, la risalita verso nord con il lungo stazionamento sui cieli della Romagna: “Dove aspira aria umida e calda dal mare poi, ruotando in senso antiorario e incontrando correnti fredde, scarica tutta la sua forza a terra – aggiunge l’esperto -. È la stessa cosa che è capitata con gli eventi alluvionali dell’anno scorso”.
Fenomeno che capita di rado, ma siamo al secondo anno consecutivo. E qui entrano in gioco altri utili dati: “Nei tre giorni di pioggia, dal 17 al 19 settembre, la sommatoria dei millimetri di acqua caduta nei pressi del rilevatore dello Scarabelli ha toccato quota 169 mm (nel Faentino e a Modigliana si sono superati i 300 e i 400 rispettivamente, ndr) – sottolinea Ravaldi -. Questo numero, unito alle precipitazioni che si erano verificate prima di quelle date, ha fatto salire il totale dei millimetri cascati a settembre a 257”.
Con una proiezione futura massima ipotizzabile, da qui a fine mese, attorno ai 270-280 millimetri. Andò molto peggio nel maggio del 2023 con 372 mm. Ma come quantità mensile non sono dati inediti. A settembre del 1973 ne caddero 368 e nell’ottobre del 1964, annata della nota alluvione di Firenze, 304. Una quindicina nel complesso, dal 1948 al 2023, i mesi che hanno superato la soglia dei 200 millimetri di pioggia caduti.
“Il quantitativo dei giorni scorsi in area imolese è, quindi, catalogabile alla voce importante ma non devastante – sentenzia il coordinatore della rete meteo dello Scarabelli di Imola -. Anche in termini di intensità nelle 24 ore, con i suoi 93,2 millimetri dello scorso 18 settembre, e su singola ora con i 13,6 millimetri precipitati dalle 11 alle 12”.
Discorso diverso nel ravennate, tra le zone più colpite dalla calamità naturale, dove si è abbattuto il muro dei 300 millimetri in 48 ore con picchi di oltre 400 a Modigliana.