ENRICO AGNESSI
Cronaca

La tassa di soggiorno. Previsti 430mila euro. E non ci sarà l’aumento

Nel bilancio del Comune si prevede come saranno spesi questi ricavi: allo Stignani 250mila euro, 45mila all’Osservanza e 135mila euro sul turismo.

La tassa di soggiorno. Previsti 430mila euro. E non ci sarà l’aumento

Turisti nel centro di Imola, il numero ha avuto un buon incremento a settembre

Quasi 250mila euro alla manutenzione del teatro Stignani, 45mila euro per quello dell’Osservanza e i restanti 135mila euro circa per la promozione del turismo (diretta o affidata al Circondario). Ecco come verranno investiti i 430mila euro in arrivo il prossimo anno dall’imposta comunale di soggiorno, destinata appunto a finanziare la promozione del sistema ricettivo della città, la valorizzazione dei suoi beni culturali e ambientali nonché i relativi servizi pubblici locali. È tutto scritto nel bilancio di previsione 2025 dell’ente di piazza Matteotti.

In quest’ultimo documento, presentato dalla Giunta in Consiglio comunale e ora al vaglio delle forze politiche di maggioranza e opposizione in vista del via libera dell’Aula atteso prima di Natale, vengono tra l’altro scongiurati aumenti dell’imposta di soggiorno annunciati invece, per esempio, dal Comune di Bologna.

Dalla gabella introdotta ormai una decina di anni fa e versata da quanti pernottano nelle strutture ricettive della città arrivavano, fino al 2022, 240mila euro. Poi, dopo l’aumento scattato ad aprile dello scorso anno (da 1 a 1,50 euro a persona per notte negli hotel a uno e due stelle, in B&B, agriturismi e affittacamere; da 1,50 a 2,50 euro per i tre stelle; da 2 a 3 euro per i quattro stelle) l’introito è salito a 380mila euro. Per quanto riguarda invece il 2024, l’importo che si aspetta il Municipio è di 430mila euro, una cifra confermata come detto anche per il 2025 "in considerazione degli eventi programmati e in particolare Gp F1 e Wec", si legge nella relazione di bilancio.

Resta da capire, al di là dei balzelli, quanto la crescita del gettito (nel 2015 limitato a 150mila euro) sia da ricondurre anche a quell’aumento dei pernottamenti oggetto di feroci polemiche nel recente passato tra Giunta e opposizione.

Breve riepilogo dell’accaduto: nei primi otto mesi del 2024, dopo un paio d’anni di segni più, i dati sui flussi turistici sfornati dalla Regione hanno fornito in quadro sostanzialmente negativo per Imola. L’opposizione è andata all’attacco, l’assessora Elena Penazzi si è difesa attribuendo la flessione alla scarsa propensione di decine di piccole strutture (affittacamere, agriturismi e B&B), spuntate come funghi dopo il ritorno in città del Gran premio di Formula 1, a comunicare i dati statistici sulle presenze. La loro trasmissione da parte dei titolari delle attività è obbligatoria; ma nel caso in cui questa non avvenga, non scattano sanzioni.

L’assessora Penazzi aveva parlato di una lista (aggiornata allo scorso settembre) con 50 realtà, per un totale di oltre 250 posti letto, che non avevano ancora trasmesso i dati dei primi otto mesi del 2024 in quanto oberate di lavoro e di incombenze e sprovviste, a differenza degli hotel, di sistemi automatici di invio dei dati.

In questo senso, va detto che la moral suasion dell’assessora pare inizi a dare qualche frutto. I dati turistici di settembre diffusi dalla Regione certificano infatti un aumento del 5,8% degli arrivi in città rispetto allo stesso mese del 2023 (il totale nei 30 giorni è di 9.246) e di una crescita dei pernottamenti (21.105 in tutto) quantificata invece in un +4,3%.