GABRIELE TASSI
Cronaca

La storia di Anna Sangiorgi: “Nel dolore ha indicato la via per vivere con pienezza. Ora può aiutare chi soffre”

Tre anni fa la scomparsa della donna, colpita giovanissima da un sarcoma di Ewing. Otello e Daniela raccontano il volume ’Non è mai troppo tardi per andare oltre’

La storia di Anna Sangiorgi: "Nel dolore ha indicato la via per vivere con pienezza. Ora può aiutare chi soffre"

La storia di Anna Sangiorgi: "Nel dolore ha indicato la via per vivere con pienezza. Ora può aiutare chi soffre"

Imola, 2 febbraio 2025 – "Abbiamo rivisto Anna, rivissuto la sua storia. Non l’abbiamo vista ribellarsi alla malattia, solo soffrire, ma sempre con il sorriso. E’ stata per noi una guida oltre il sopravvivere". Otello e Daniela, due genitori attraversati dal dolore, tre anni dopo la scomparsa della figlia Anna Sangiorgi – morta a 18 anni per un sarcoma di Ewing –, lanciano su carta un messaggio di speranza e positività "che non si spegne, nemmeno nel dolore". Perché ’Non è mai troppo tardi per andare oltre’, così s’intitola il libro dedicato alla storia della ragazzina capace di far innamorare Imola e non solo. Scritto da Eugenio Dal Pane (Itaca), verrà presentato a tre anni dalla morte il 9 febbraio al seminario Montericco. Oltre ai genitori e all’autore, interverrà l’attore comico Paolo Cevoli che ha firmato l’introduzione.

Otello e Daniela, perché un libro?

"Ci è stato chiesto da diverse persone che conoscevano Anna, ci dicevano: ’Perché non ne scrivete, può essere utile agli altri’. A dire il vero all’inizio abbiamo avuto tanti dubbi".

Per quale motivo?

"Perché ripercorrere la vicenda avevamo paura volesse dire anche rivivere lo stesso dolore"

Cosa vi ha dato il ’la’ allora?

"L’incontro con un padre carmelitano che ci ha chiesto: ’Il ricordo di Anna vi aiuta’?. Per noi era ovviamente un sì, perché senza di lei vedevamo tutte le cose più autentiche. Lui a quel punto ci ha chiesto perché volevamo tenere tutto questo per noi, quando farne conoscere la storia avrebbe potuto aiutare anche altre persone".

E scrivere alla fine ha aiutato anche voi?

"Sì, il libro ci ha aiutato a vivere in modo diverso, senza farci schiacciare dalle situazioni difficili. Fa tanto la differenza avere il sostegno di qualcuno, nel nostro caso tutte le persone incontrate ci hanno aiutato a vivere tutto meglio".

Cosa racconta esattamente il libro?

"Per scriverlo ci siamo rivolti direttamente a Eugenio Dal Pane, editore di Itaca. E’ il racconto della vita di Anna, e si concentra in particolare sulla malattia, scoperta a 14 anni. Tornando indietro con la memoria abbiamo scoperto un filo rosso positivo che si è poi allungato per tutta la sua storia: tanti episodi dell’adolescenza hanno acquistato valore".

Poi la parte più dura...

"Sì, 4 anni e due mesi di malattia, un lungo periodo carico di un bene che non dsi può nemmeno immaginare, anni vissuti con una grande intensità all’interno di una situazione drammatica. Tutt’altro che un tempo sospeso. Poi ci sono le tante testimonianze di chi ha conosciuto Anna oltre ai nostri racconti in giro per le scuole".

Uno choc inimmaginabile per un padre e una madre.

"Scoperta la malattia ci è crollato il mondo addosso, abbiamo avuto una specie di rigetto. Quando abbiamo capito che la nostra vita sarebbe cambiata è arrivato anche un sacco di supporto da parte degli amici. Poi lei, con la sua forza ci ha indicato la strada per vivere e non solo sopravvivere. E’ stata la nostra guida per riprenderci e aiutarci a vivere con pienezza e intensità la vita con tutte le sue problematiche".

Cosa è cambiato in voi durante la stesura del libro?

"Abbiamo rivissuto tutto facendo un passo indietro. Fatti di cui non ci rendevamo conto perché distratti dalla malattia sono tornati alla luce. Da quel dolore ci è stato restituito tanto".