Imola (Bologna), 11 ottobre 2024 – La sua delega principale è l’Autodromo: polemiche sul rumore, sui tanti investimenti pubblici per il circuito e sugli eventi che non sempre arrivano; ma anche una grande visibilità quando le cose vanno bene. Da qualche mese, però, l’assessora Elena Penazzi corre soprattutto dietro a numeri, tabelle e prospetti. E imbastisce lunghe telefonate con Bologna nel tentativo, che di solito va a buon fine, di far sentire le proprie ragioni.
I NUMERI
Tutta colpa dei proverbiali conti che non tornano: quelli delle presenze turistiche registrate, nella prima parte del 2024, nelle strutture ricettive della città. Conti che a lei, schemi della tassa di soggiorno alla mano, in realtà quadrerebbero benissimo. Ma che non trovano riscontro (secondo Penazzi per colpa dei ritardi di trasmissione) nei cali rispetto al 2023 certificati con una certa costanza ormai da inizio anno dalla Regione su Imola.
LE POLEMICHE
Il risultato è quello delle vivaci polemiche politiche che hanno caratterizzato le ultime settimane su arrivi, pernottamenti e flussi legati o no all’attività del circuito. Ma anche accuse più o meno velate, rivolte dall’opposizione alla Giunta, di taroccare i dati. Soprattutto dopo che, qualche giorno fa, da Bologna hanno aumentato le presenze di maggio (mese del Gp di F1) ma, come denunciato dal M5s, diminuito al tempo stesso il peso degli arrivi di luglio e, più nel complesso, di tutta la prima parte del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
IL DATO NUOVO
Come stanno davvero le cose? Ora ci sono un paio di elementi in più per giudicare. Il punto di partenza del ragionamento di Penazzi è l’imposta di soggiorno. Premesso che siamo davanti ancora a calcoli provvisori, nei primi sei mesi di quest’anno l’hanno versata nelle case delle strutture ricettive, che poi la girano al Comune, 44.286 ospiti per un totale di 86.106 pernottamenti. Nello stesso periodo del 2023 lo avevano fatto in 43.093, per complessivi 79.253 pernottamenti. A conti fatti, un aumento rispettivamente di 1.193 ospiti e di 6.853 pernottamenti. Attenzione: si tratta di numeri evidentemente più bassi rispetto a quelli delle presenze complessive aggregate dalla Regione e poi diffusi online, in quanto sono esclusi dal pagamento dell’imposta i minori di 14 anni, chi assiste un ricoverato in ospedale e varie altre categorie di ospiti delle strutture ricettive.
L’INCASSO
Detto che l’imposta è di tre euro a notte per i clienti degli hotel a quattro stelle e poi a scalare progressivamente per le altre categorie, l’aumento si riflette anche dal punto di vista economico. Sempre in attesa di dati consolidati, l’extra-gettito alla fine del primo semestre di quest’anno dovrebbe essere di 36mila euro rispetto allo stesso periodo del 2023 (196mila euro circa contro 160mila) per le casse comunali. Quest’ultimo dato è però leggermente falsato, in quanto la Giunta ha aumentato la tassa ad aprile dello scorso anno. Il risultato però, almeno a vedere la questione dal punto di vista del Municipio, non cambia: più soldi da reinvestire su turismo e cultura, così come previsto dal regolamento dell’imposta.
IL COMMENTO
"Non faccio polemiche, ma la realtà dei fatti è questa – avverte Penazzi –. Quello della tassa di soggiorno è un dato certo. Gli arrivi e i pernottamenti a Imola sono in aumento nei primi sei mesi del 2024. E vogliamo fare ancora meglio in futuro".
Resta il problema della discrepanza tra i numeri dell’imposta comunale e quelli delle presenze turistiche diffusi ormai ogni mese dalla Regione. Questi ultimi rappresentano "un dato statistico la cui trasmissione da parte delle strutture è obbligatoria – ricorda Penazzi –, ma che non è sanzionabile nel caso in cui ciò non avvenga. Pensi: ho una lista aggiornata a settembre, con 50 realtà per un totale di oltre 250 posti letto, che non hanno ancora trasmesso i dati dei primi otto mesi del 2024. Il motivo? Le strutture sono oberate di lavoro e di incombenze. Soprattutto quelle piccole, mentre le grandi hanno sistemi che fanno tutto in automatico. Alcune trasmettono con qualche fisiologico ritardo, altre sono nate negli ultimi mesi come B&B, case vacanze e agriturismi, e non sono ancora entrate in questo meccanismo".