CLAUDIO BOLOGNESI
Cronaca

La battaglia sull’ex cava. Scomparso lo striscione

La denuncia del ComiCorlo, che si oppone all’impianto fovoltaico: "Qualcuno lo ha portato via dopo avere tagliato la corda di sostegno".

Lo striscione del comitato di via Corlo, nell’area dell’ex cava

Lo striscione del comitato di via Corlo, nell’area dell’ex cava

La corda tagliata, lo striscione portato via. Un gesto voluto, intenzionale, sul quale adesso indagheranno i carabinieri di Castel San Pietro. Ha sporto formale denuncia ComiCorlo, il Comitato sorto lo scorso ottobre per tutelare l’area dell’ex cava di via Corlo con l’obiettivo, soprattutto, di battagliare contro il progetto di realizzazione di un maxi parco fotovoltaico che sorgerebbe nell’area dove inizialmente era stata prevista la realizzazione della prosecuzione del parco del Lungo Sillaro.

La scoperta dell’atto vandalico è stata fatta lo scorso week end, quando all’angolo tra via Corlo e la via Emilia, dove lo striscione del ‘no’ al parco fotovoltaico era stato posizionato per essere ben visibile proprio dai tanti veicoli che ogni giorno percorrono la statale, i residenti di via Corlo uniti in Comitato hanno notato che lo striscione non si trovava più al suo posto. "Avvicinandosi ci siamo accorti che le corde che lo sostenevano erano state deliberatamente tagliate, e che dello striscione non c’era più traccia. Non è stato difficile capire che non fossero state le condizioni atmosferiche le responsabili", dichiarano amareggiati dal Comitato, con i suoi fondatori che hanno poi scelto di recarsi in caserma per sporgere formale denuncia ai Carabinieri.

"Non vogliamo fare congetture – tagliano corto dal Comitato –, ma crediamo semplicemente che questa sia una brutta pagina per il vivere assieme in modo civile, e ci auguriamo che la questione possa concludersi con la restituzione dello striscione". ComiCorlo al momento è in attesa che si concluda la conferenza dei Servizi in capo ad Arpae per conoscere il destino dell’area dell’ex cava di via Corlo, e proprio recentemente ha ribadito che nel percorso che porterebbe l’ex cava a diventare un mega parco fotovoltaico da 42 ettari "c’è la possibile presenza di tre vizi procedurali importanti all’esame delle autorità: in primo luogo la legge, con una sentenza della Cassazione, vieta la frammentazione dei progetti, e qui sono stati presentati tre progetti interconnessi nella stessa area. In secondo luogo, è necessario chiarire che due parchi fotovoltaici di 42 ettari non possono essere considerati edilizia libera; infine, alcune delle aree in oggetto non sarebbero più ex cave, in quanto da diversi anni sarebbero tornate agricole".

Claudio Bolognesi