IMOLA (Bologna) "La visione che ha portato allo sviluppo del Tecnopolo di Bologna è quella che sta mettendo in campo l’Europa: non investire solo nelle infrastrutture di calcolo, ma anche sui servizi, sulla messa a disposizione dei dati e sulla creazione di sistemi aperti e gratuiti attraverso la condivisione dell’esperienza". Francesco Ubertini, ex rettore dell’Università di Bologna e attuale presidente del centro di calcolo Cineca, sottolinea la necessità di creare in futuro un "ecosistema aperto" per raccogliere le sfide dell’intelligenza artificiale. Lo fa nel corso di un evento a Imola dedicato all’impatto di questa nuova tecnologia sul tessuto economico produttivo del territorio e sulla qualità del lavoro e della vita.
L’iniziativa, moderata da Valerio Baroncini, vicedirettore del Resto del Carlino, rientra nel ‘Laboratorio aperto’ del Circondario imolese, progetto triennale interamente finanziato con 280mila euro di fondi europei e affidato a Boom knowledge hub.
"Le intelligenze artificiali si studiano da decenni nel mondo accademico, ma mancavano la potenza di calcolo e dei dati", ricorda Ubertini. Oggi invece ci sono entrambi. "Per allenare un modello tipo Chat Gpt 4, ci vogliono tre o quattro mesi di lavoro interamente dedicato del supercomputer Leonardo", installato appunto al Tecnopolo di Bologna, considerando che un’ora di lavoro di quest’ultimo "equivale a 920 anni di attività di un normale laptop", spiega il presidente del Cineca.
Assieme a Ubertini, esperti, imprenditori e professionisti del settore. Jacopo Perfetti, professore alla Sda Bocconi School of management, per il quale con l’intelligenza artificiale "saremo più creativi, ragioneremo di più e creeremo contenuti migliori", mette in guardia sui deep fake online ("Non possiamo più concederci il lusso della pigrizia informativa e dire ‘L’ho visto su internet’"); e poi avverte: "L’intelligenza artificiale non ci ruberà lavoro, ma chi saprà usarla meglio di noi sì".
Secondo Marco Ciotoli, co-fondatore e direttore operativo Humans.tech, "siamo davanti a una rivoluzione: cambierà tutto", mentre per Franco Callegati, professore ordinario alla facoltà di Informatica dell’Università di Bologna, "quello che conta adesso è saper specificare bene cosa vogliamo da questo nuovo strumento" e in questa ottica "il lavoro vero toccherà agli insegnanti".
Al termine degli interventi, tavola rotonda di confronto delle associazioni di categoria del territorio. "L’intelligenza artificiale è penetrata fin qui a macchia di leopardo", riferisce Luca Palladino (presidente di Cna Imola), parlando delle piccole e medie imprese locali. Alessandro Giannasi (Confartigianato Bologna) sottolinea invece la necessità di "governare il sistema dell’intelligenza artificiale con protocolli e regole". Per Carlo Alberto Gollini (presidente di Legacoop Imola), questa nuova tecnologia "non si può fermare e porta a un beneficio, ma cavalcarla non è facile", mentre Marco Gasparri (presidente della delegazione del circondario imolese di Confindustria Emilia Area Centro) vede fin qui un "utilizzo abbastanza massiccio delle tecnologie digitali legate all’intelligenza artificiale" e rimarca l’importanza della "qualità dei dati" che vengono affidati a quest’ultima.