Una quarantina di pagine per mettere nero su bianco i motivi per i quali, secondo i promotori del ricorso, la delibera attraverso cui la Regione ha riaperto la discarica Tre Monti dando il via libera alla sopraelevazione del terzo lotto andrebbe annullata. Eccola l’istanza indirizzata nei giorni scorsi dal comitato ‘Vediamoci Chiaro’ al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Firmatari del documento, una decina di famiglie residenti e le associazioni Legambiente ImolaMedicina e Panda Imola.
"Il ricorso è, secondo noi, un atto irrinunciabile viste le molteplici violazioni amministrative che ancora una volta vediamo attuare da enti che dovrebbero agire in modo completamente diverso tutelando interessi pubblici prioritari – sottolineano dal comitato –. Noi crediamo invece profondamente nell’agire secondo il diritto amministrativo, e questo ricorso vuole appunto evidenziare le illegittimità riscontrate".
In estrema sintesi, ‘Vediamoci chiaro’ contesta alla Regione di aver "disatteso il parere negativo della soprintendenza" che, a seguito del precedente ricorso promosso sempre dal comitato ambientalista, aveva portato allo stop della sopraelevazione imposto dal Tar e confermato dal Consiglio di Stato tra il 2018 e il 2019. Non a caso, ‘Vediamoci chiaro’ parla oggi di "violazione del decisum della sentenza" dei giudici amministrativi di secondo grado.
Proprio al Consiglio di Stato dovrebbe essere trasposto anche questo ulteriore ricorso. L’obiettivo del comitato è di ottenere, nel giro di tre o quattro mesi, una sospensiva per fermare subito l’arrivo dei rifiuti in discarica. E poi, attraverso un pronunciamento di merito destinato ad arrivare però in tempi più lunghi, scrivere la parola "fine" all’attività dell’impianto.
Dopo anni di stop, i conferimenti in via Pediano sono infatti ricominciati lo scorso mese di luglio e riguardano "in via prioritaria" (così ha deciso la Regione) mobilio e attrezzature rese inutilizzabili dal maltempo di maggio. "Ma quella dell’alluvione è una scusa: hanno solo aspettato l’occasione giusta per riaprire la discarica utilizzando lo stesso progetto di sopraelevazione", protesta il comitato. Che in maniera provocatoria aggiunge: "Abbiamo dato un prezioso assist alla volontà del sindaco Panieri e della sua Giunta i quali da mesi, con grande forza, dicono che la discarica dovrà chiudere nel 2024. Visto che in realtà il Comune non può esprimere un parere vincolante su questa vertenza, il ricorso non può che essere visto da loro come un grande aiuto alla causa".
Lo sguardo va al futuro. A meno che Giunta e Con.Ami non decidano di ritirare fuori dal cassetto il maxi-piano di ampliamento, la capacità della discarica attraverso la sola sopraelevazione è destinata infatti a esaurirsi appunto alla fine dell’anno prossimo; prima ancora che si conosca l’esito del ricorso di ‘Vediamoci chiaro’ al Capo dello Stato. "La partita per la tutela dell’ambiente e della salute – concludono dal comitato – non terminerà affatto con la chiusura definitiva dell’impianto (si spera nel 2024) ma, per legge, lo stesso dovrà essere gestito per almeno ulteriori 30 anni (post mortem). Servono quindi azioni concrete e non strillate. E soprattutto la discarica non deve essere strumento di propaganda politica di qualsiasi parte".
Enrico Agnessi