Un concerto per raccogliere fondi a favore del restauro della chiesa con una guest star d’eccezione alle tastiere: il parroco Don Luca Malavolti. A inizio dicembre la parrocchia di Osteria Grande, luogo di riferimento che raccoglie le parrocchie ‘collegiate’ di san Giorgio, san Lorenzo di Varignana, Madonna del lato, Santi Re Magi di Gallo e san Michele di Casalecchio dei Conti, ha organizzato un evento-concerto nella chiesa che affaccia sulla via Emilia con lo scopo di procedere con la raccolta fondi da destinare a favore del restauro della stessa chiesa. La chiesa parrocchiale di San Giorgio di Varignana, infatti, ha subito alcuni cedimenti del terreno, originando diverse crepe in varie parti della struttura, con caduta di frammenti di intonaco. Per ora sono state rimesse in sicurezza le navate tendendo reti a protezione dei fedeli che possono comunque assistere senza rischi alle celebrazioni, ma si attende un intervento definitivo che restituisca splendore e tranquillità all’intero complesso.
A fronte di una necessità di 400mila euro e alla disponibilità dichiarata dalla Diocesi di partecipare per una parte all’investimento, ormai da tempo le diverse attività collaterali organizzate dalla parrocchia hanno come scopo anche quello di chiedere un mano ai fedeli, che a inizio dicembre hanno nuovamente risposto ‘presente’ gremendo panche e sedie e facendo registrare il tutto esaurito per assistere al concerto che ha visto protagonisti i cori di San Giorgio di Varignana e della B.V. del Piratello di Imola, accompagnati da amici musicisti e da un ospite d’eccezione: il parroco don Luca Malavolti in versione tastierista. Canto, musica e parole hanno accompagnato il pubblico in un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei sentimenti popolari delle comunità cristiane. Convinti e prolungati gli applausi a sottolineare il gradimento dei singoli brani e insistente la richiesta di un ‘bis’ soddisfatta con la ripetizione del brano rimasto più facilmente nell’orecchio degli spettatori: "Paradisooo, preferisco il paradiso!".
Claudio Bolognesi