Il rebus della casa. Gli immobili in affitto sono ormai un miraggio: "Il Comune intervenga"

Poca offerta, troppa domanda: per lavoratori e studenti fuorisede trovare una sistemazione in città è sempre più complicato. Cappello: "Serve un’agenzia pubblica che sia intermediario e garante".

Il rebus della casa. Gli immobili in affitto sono ormai un miraggio: "Il Comune intervenga"

La scarsità degli alloggi riguarda soprattutto gli studenti fuorisede

Poca offerta, troppa domanda. Trovare una casa in affitto, ormai una vera e propria impresa nelle grandi città, è sempre più difficile anche a Imola. Gli annunci sui social di chi cerca un immobile non si contano più: lavoratori o studenti fuorisede, ma anche famiglie a basso reddito escluse dal mercato della compravendita. Nella stragrande maggioranza dei casi, restano senza risposta. Quando invece ne compare uno di segno opposto, nel quale cioè si mette a disposizione un alloggio, viene subissato di richieste. E lo stesso accade nelle agenzie immobiliari.

Nonostante in molti possano offrire tutte le garanzie necessarie, come un contratto di lavoro stabile e referenze positive, si trovano a dover affrontare una situazione sempre più complicata. Questa difficoltà è acuita dalla crescente tendenza a preferire affitti brevi o turistici, a scapito di chi cerca una soluzione abitativa a lungo termine. Di recente, la questione è approdata anche in Consiglio comunale. Il civico Renato Dalpozzo (lista Cappello), esortando la Giunta a "incentivare i proprietari ad affittare alle famiglie che hanno bisogno invece che a mettere sul mercato gli alloggi per periodi brevi", ha chiesto al Municipio una stima relativa al numero degli alloggi sfitti in città.

Secondo quanto riferito in Aula dall’assessore all’Urbanistica, Michele Zanelli, siamo attorno a quota 2.200 unità. Un "numero fisiologico", secondo Zanelli, per il quale "non è possibile obbligare i proprietari di immobili ad affittare le case o impedire loro di ricorrere alla tendenza attuale degli affitti brevi".

Dalpozzo però non ci sta. E lo stesso vale per Carmen Cappello, fondatrice del gruppo civico rappresentato in Consiglio comunale dallo stesso Dalpozzo. "Il motivo principale per cui i proprietari non concedono in locazione gli appartamenti – ragiona Cappello – sono sostanzialmente due: il timore di non riuscire ad ottenere il pagamento regolare dei canoni e quindi dover avviare procedure di recupero del credito o di sfratto costose, ed evitare che l’immobile venga danneggiato dagli inquilini così da rimetterci i canoni riscossi per rimetterlo a posto".

Entrambi questi problemi, secondo la civica, possono trovare soluzione se interviene un intermediario pubblico che stipula i contratti di locazione direttamente con i privati, garantendo la regolare esecuzione dei pagamenti e fornendo il servizio di assistenza legale gratis nel caso fosse necessario agire in giudizio.

"La stessa agenzia potrebbe poi stipulare apposite polizze assicurative a copertura degli eventuali danni. Peraltro un intermediario pubblico potrebbe anche assumersi l’onere di effettuare piccoli interventi e lavori necessari per rendere locabili quegli appartamenti che ora non lo sono – conclude Cappello –. Un intermediario pubblico che ovviamente, a fronte dei benefici e le garanzie che offre ai proprietari, può convincerli anche a ridurre l’ammontare del canone, così ottenendo anche un altro effetto benefico, ovvero il contenimento dei prezzi di mercato. Sotto il profilo fiscale, poi, il Comune potrebbe facilitare i proprietari agendo sulla riduzione dell’Imu per le seconde case se affittate".