ENRICO AGNESSI
Cronaca

Il bilancio di un anno . Rossi difende il Cau, ma apre ai correttivi . FdI-Lega: "Va chiuso"

Il direttore generale dell’Ausl di Imola vede comunque il bicchiere mezzo pieno "Non si tratta di trovare colpevoli, ma soluzioni migliorative. Risultati importanti, però il pronto soccorso resta sotto pressione".

Andrea Rossi, direttore. generale dell’Ausl imolese

Andrea Rossi, direttore. generale dell’Ausl imolese

Imola (Bologna), 21 gennaio 2025 – Integrazione tra aziende metropolitane e bilancio di un anno di attività del Cau sono stati i temi al centro della commissione consiliare Sanità di ieri. Una seduta arrivata dopo che, nelle scorse settimane, si è tornato a parlare con insistenza della possibile perdita di autonomia da parte dell’Ausl di Imola a vantaggio di Bologna (ipotesi per ora scongiurata) e, più di recente, il nuovo assessore regionale alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, e il neo presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, hanno aperto a una possibile revisione dei Centri di assistenza urgenza.

Quello al padiglione 15 dell’ospedale vecchio è stato aperto un anno fa e, come testimoniato dai numeri, pur essendo piuttosto apprezzato dagli utenti non ha alleggerito il pronto soccorso dal carico di codici verdi e bianchi. Il bicchiere, secondo il direttore generale dell’Ausl, Andrea Rossi, che a fine mese lascerà il proprio incarico, resta mezzo pieno.

"Ci sono diverse zone di luce e anche qualche ombra – le parole di Rossi –. Non si tratta di trovare colpevoli, ma soluzioni migliorative. È l’avvio sperimentale di un processo che ha bisogno di qualche aggiustamento, ma ci sono importanti risultati". Detto questo, il dg dell’Ausl ammette che con l’introduzione dei Cau ("Ma la Regione tolga la ‘U’ perché almeno quello di Imola di urgente non ha niente") in Emilia-Romagna "non si risolve il problema di iperafflusso al pronto soccorso", una criticità che pur in assenza di "soluzioni semplici" secondo Rossi bisogna affrontare puntando a "migliorare qualità e accessibilità delle risposte territoriali".

Mentre anche dalle file della maggioranza arrivano (dopo i distinguo di Fabi e de Pascale) le prime caute obiezioni sui Cau, è netta la bocciatura dei consiglieri comunali di opposizione.

"Quanto abbiamo denunciato fin dal principio purtroppo si sta traducendo in realtà", è l’affondo del leghista Daniele Marchetti, da sempre molto critico verso l’introduzione di una struttura come quella all’ospedale vecchio. "La riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso è stata minima – prosegue Marchetti –. Il Cau è diventato uno strumento sostitutivo del medico di medicina generale".

Negativi anche i bilanci tracciati da Renato Dalpozzo (lista civica Cappello) e da Nicolas Vacchi (Fratelli d’Italia). "Al di là di come si intende interpretare i dati, la decisione di chiudere i Cau sarebbe saggia – è il pensiero del meloniano –. E metterebbe una pietra tombale sulle politiche portate avanti per un decennio dalla Giunta Bonaccini. Chi dalla minoranza, a Imola come in Regione, chiedeva il superamento dei Cau non lo faceva per una presa di posizione di parte, ma perché di criticità in giro se ne sono manifestate".

Insomma, si arriverà a una modifica (o al superamento) delle strutture come quelle al padiglione 15 dell’ospedale vecchio? "Il Cau dà un servizio importante al territorio – è la linea del sindaco Marco Panieri, che ha tenuto per sé la delega alla Sanità in Giunta –. Ha risposto a esigenze che c’erano. Può sicuramente essere migliorato, e ne discuteremo. Sarà l’assessore Fabi a decidere, a Imola come altrove, se mantenere o cambiare quel modello".