Imola, 10 luglio 2021 - Piove sul bagnato. Anzi, peggio. La grandine che nel tardo pomeriggio di giovedì ha colpito varie zone dell’Imolese ha rovinato – in alcuni casi con percentuali vicine al 100 per cento – varie colture della nostra area.
Maltempo Emilia Romagna: dove è caduta la grandine. Previsioni meteo Il grido d’allarme e dolore arriva dalla Coldiretti metropolitana, per bocca del coordinatore dell’Imolese e vice metropolitano dell’associazione Alessandro Scala. "La grandine ha colpito a macchia di leopardo – spiega Scala - Si è abbattuta sui comuni di Imola, poi a Sesto Imolese, Medicina, e ancora a Sasso Morelli, Casola Canina e Fontanelice, danneggiando gravemente pesche, nettarine, albicocche, kiwi pere, ma anche cipolle e vigneti". "Un bilancio? È presto per averlo, perché la stima dei danni è un lavoro in divenire in corso proprio in queste ore – aggiunge Scala – Per avere un quadro esatto occorre almeno una settimana. Tuttavia, partendo dall’alta vallata, con Castel del Rio e Fontanelice, la grandine ha devastato le aziende agricole lungo l’asta del fiume. Poi, con effetti che al momento paiono meno gravi ma sono ugualmente pesanti, si è abbattuta su Casola Canina, Giardino, Sesto Imolese e Medicina". "La coltura più colpita è sicuramente la pesca nettarina – analizza Scala – Dove è stata intensa, non c’è più nulla da salvare. E ha danneggiato anche le colture sementiere, anche se bisognerà aspettare ancora per avere il quadro esatto della portata. Ma certamente non è stato il disastro che c’è sulla nettarine". I quindici minuti di grandine: "Nella zona di Fontanelice la produzione di pesche, nettarine e albicocche è praticamente azzerata, leggermente meno grave quella dei kiwi perché i frutti ancora coperti da foglie hanno resistito di più. Molto colpite nella zona a nord della via Emilia anche le cipolle. Una vera calamità – sottolinea Scala – in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni agricole con la raccolte in corso, mentre ci si avvicina alla vendemmia". Gli agricoltori pareranno il colpo con le assicurazioni? "Difficile dirlo – risponde Scala – In base alla mia esperienza, potremmo avere un agricoltore assicurato ogni due, forse ogni tre. Le polizze costano molto, e hanno meccanismi farraginosi. Occorre una loro revisione, in modo che siano più omogenee ed efficaci, allo scopo di ampliare la platea di coloro che possono sottoscrivere una polizza assicurativa anti-grandine". "A questo proposito, bisognerebbe esistessero assicurazioni agricole un po’ come quelle per le automobili: obbligatorie contro alcuni grandi eventi, per tutti. Come associazione ci stiamo muovendo perché questo accada attraverso una riforma della Pac, la Politica agricola comunitaria, che deve far sì che i costi si abbassino. Quando? Il 2022 sarà interlocutorio, se accadesse nel 2023, sarei contento". "Una postilla sui danni da gelo in agricoltura: ora le compagnie assicurative tendono a non volere più sottoscrivere queste polizze. Se la frequenza di queste gelate è alta, come in effetti sta accadendo, le compagnie fanno sempre più fatica a far tornare i conti" Ma in questo momento il mercato della frutta sta andando bene? "Benino. C’è scarsità di prodotto, quindi le aspettative per buoni prezzi erano elevate. Purtroppo il riscontro non è del tutto come ci attendevamo: non è un disastro, ma non siamo in linea con le attese. C’è in più ancora una quota di prodotto importato che condiziona il mercato", chiosa Scala. Tra cambiamenti climatici locali e globali, nell’ultimo decennio Coldiretti stima che in Italia i danni abbiamo superato i 14 miliardi, tra produzione agricola in senso stretto e svariate problematiche territoriali (frane, smottamenti, allagamenti). E fatte le dovute proporzioni, nemmeno l’Imolese si sottrae a questa situazione. ma. mar.