"Gherardi imprenditore dell’anno" Premiato per l’olio di Varignana

Prodotto sui 150 ettari sparsi intorno al borgo, ha mietuto riconoscimenti in vari Paesi del mondo . L’ultimo alloro in ordine di tempo è arrivato a Milano. Sottolineata l’importanza dell’azienda agricola.

Personaggio dell’anno 2022 nel mondo dell’olio. Carlo Gherardi, presidente di Crif, miete successi anche al di fuori del mondo della tecnofinanza.

Nei giorni scorsi infatti Gherardi è stato insignito da Olio Officina, realtà tra le più importanti d’Italia, del premio di ‘Personaggio dell’anno 2022’, consegnatogli a Milano direttamente dalle mani del direttore Luigi Caricato.

Gli oli nati dagli oliveti di Palazzo di Varignana, dunque, continuano a mietere successi, tanto nel mondo (sono piovuti premi negli ultimi anni sia dagli Stati Uniti che dall’estremo Oriente) quanto all’interno dello Stivale. Vargnano, Stiffonte o Claterna che siano, solo per citare le produzioni datate fine 2022, i riconoscimenti sono trasversali e costanti per gli oli prodotti nei 150 ettari sparsi sulle colline varignanesi.

E dire che tutto, confessò ‘off the record’ Gherardi, nacque se non per gioco, per sola passione. Qualche ulivo messo a dimora nei primi pochi ettari di terreno, per capire l’effetto che avrebbe fatto. E poi l’attesa, che fa rima con l’impazienza. "Passavano gli anni ma gli oleologi mi dicevano che avremmo dovuto aspettare ancora per produrre le prime bottiglie", raccontò in confidenza Gherardi in una cena lo scorso anno. Ebbene quell’attesa, alla fine, ha premiato, portando in pochi anni l’olio di Palazzo Varignana a toccare le vette più alte del settore.

Un premio per chi, come scrive nelle motivazioni il direttore di Olio Officina Luigi Caricato, "ha avuto il coraggio di investire in olivicoltura sui colli bolognesi, creando ex novo una grande azienda agricola moderna ed efficiente, espressione di molteplici identità e di un nuovo modello economico e sociale attraverso cui valorizzare il settore agricolo e dell’ospitalità, sia tutelando il paesaggio, sia riponendo la massima attenzione alle risorse umane e naturali del territorio".

Un investimento, si legge ancora, avvenuto "riportando la coltura dell’olivo in modo importante sulle colline bolognesi, laddove la storia già aveva visto prosperare questa antica pianta, per costruire attorno ad essa un nuovo modello di ospitalità dove natura, paesaggio, agricoltura e tempo libero si incontrano. Convinto che chi ha avuto fortuna ad un certo punto voglia fare qualcosa che porti i risultati di una vita di lavoro agli altri dove affondano le proprie radici, per lasciare un’eredità al futuro".

Claudio Bolognesi