Dozza capitale della fotografia con l’evento ‘Semplicemente Fotografare Live’ in Rocca. Fino al 2 novembre, infatti, l’antico castello che domina il borgo si trasformerà nel set ideale per ospitare ben trenta mostre personali di specialisti del click e due collettive. Ma anche dimostrazioni pratiche di tecniche antiche e innovative: dalle cianotipie botaniche e dal lumen printing di Gunnel Engblom e Luigi Conte fino alle miscele tra digitale e analogico condite dall’intelligenza artificiale.
La manifestazione, che ha fatto breccia dal 2014 nei programmi della Fondazione Dozza Città d’Arte, è nata dall’attività dell’omonimo gruppo Facebook che raduna migliaia di appassionati della specialità. L’obiettivo? Promuovere l’arte fotografica, favorire lo scambio di esperienze e creare nuove collaborazioni e opportunità. Archiviata la finestra inaugurale di ieri, sarà necessario il biglietto d’ingresso al polo museale della Rocca per osservare le opere.
"Il simbolo di questa edizione è una macchina da cucire caricata con proiettili per rappresentare quell’aggressività che investe la società, dai social media agli episodi di violenza reale – spiegano gli organizzatori –. La fotografia ci rende consapevoli di tutto ciò, ma vorremmo che fosse uno specchio distorcente e migliorativo della situazione in cui siamo immersi".
Tra gli artisti in mostra, Gabriele Chiesa proporrà l’esibizione estemporanea dal titolo ‘Viaggio in Italia tra Ottocento e Novecento’ con fototipi storici originali all’albumina e ai sali d’argento. Da un mix di fotografie analogiche e digitali, con immagini prodotte grazie all’intelligenza artificiale, si arriverà alle ‘Bauhaus Girls’ di Gabriele Rodriquez e alle sfumature metaforiche di Andrea Gottardi con le sue ‘Secret Stories’. Sossio Mormile e Luca Monti condurranno il pubblico in una carrellata di istantanee di città sospese e luoghi metafisici, mentre Stefano Cavazzini proporrà un percorso emozionale tra racconti e poesie d’amore.
Ricordi di viaggi lontani dal nostro immaginario per la collettiva ‘Binario Morto’ sulle ferrovie dismesse e memorie d’infanzia e di famiglia nelle personali di Renato Greco, Giorgio Rossi e Massimiliano Acanfora. Storie sospese tra fantasia e realtà con le foto di Paola Mischiatti, le polaroid di Angela Regina, le indagini fotografiche e i diorami di Letizia Rostagno e il focus ‘Santo Genet Commediante e Martire’ di Daniele Pezzoli. Tra i progetti esposti, da non perdere i reportage di Silvia Diamanti e Marcello Marotto per spaziare dalle balere della Romagna alla discarica di Mbeubeuss in Senegal. Territorialità locale, con lente d’ingrandimento sull’Appennino reggiano, insieme a Luigi Menozzi, mentre le opere di Cesare Di Liborio toccheranno addirittura galassie estreme. Soddisfatta Lisa Emiliani, presidente della Fondazione Dozza Città d’Arte: "Dopo aver visionato molti degli scatti in mostra, ho immaginato una Rocca silenziosa che custodisce fotografie capaci di raccontare la parte più intima dei loro autori".