ENRICO AGNESSI
Cronaca

Formula 1 a Imola, ostacoli per il rinnovo

Sticchi Damiani (Aci): “Accordo firmato per Monza, Imola parte in salita. Critiche per i due Gp in Italia”

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Il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, garantisce il massimo impegno per salvare la corsa imolese, ma le difficoltà non mancano

Imola, 28 novembre 2024 – La trattativa per tenere il Gran premio di Formula 1 a Imola anche dopo il 2025 si annuncia “in salita”. Lo ha ribadito ieri Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci, che in questi mesi non ha mai fatto mistero delle difficoltà per l’Enzo e Dino Ferrari di confermare il proprio posto nel Circus una volta scaduto il contratto valido fino al prossimo anno.

Mentre il rinnovo di Monza è realtà, grazie a un’intesa di sei anni fino al 2031 annunciata proprio ieri pomeriggio, nel caso di Imola “il discorso è più complesso”, ha spiegato Sticchi Damiani parlando in mattinata alla sesta edizione dello ‘Sport Industry Talk’ organizzato da Rcs Academy a Roma. “Siamo l’unica federazione sportiva al mondo con due Gp di F1 e la federazione con più titolazioni mondiali, questo attira critiche e gelosie anche da altri Paesi europei – il ragionamento di Sticchi Damiani –. Partiamo in salita: dopo la firma di Monza ci dedicheremo a Imola, che ha potenzialità straordinarie: siamo al centro della Motorvalley. La speranza è di recuperare nel 2026 l’edizione del 2023, che non si è tenuta per l’alluvione; ma bisogna capire a che prezzo”.

Di cifre, infatti, pubblicamente non se ne parla. Almeno per il momento. Nel caso di Monza, ci si dovrebbe però attestare sui 30 milioni di euro a Gran premio contro i 20 milioni attuali. Una somma che per Imola, che oggi di milioni ne scuce 25 ogni anno per un contratto firmato qualche anno dopo il circuito brianzolo, potrebbe perfino non bastare. Su queste basi, il tentativo di portare avanti una trattativa congiunta per i due circuiti messo in piedi lo scorso anno, quando si parlava di un doppio rinnovo quinquennale per complessivi 300 milioni, è fallito. Ognuno per la propria strada. E Monza ieri ha visto la bandiera a scacchi.

“L’impegno nel mantenere il Gp di F1 a Imola sarà costante – aveva assicurato in campagna elettorale il neo presidente della Regione, Michele de Pascale –. È una priorità assoluta, così come quella di valorizzare l’Autodromo. È chiaro che è una partita complessa, su cui si deve lavorare fianco a fianco con lo Stato”.

Oggi buona parte dei fondi per la gara arrivano infatti da Roma. E in particolare da Ice - Istituto per il commercio con l’estero (6 milioni) e ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (5). Il resto lo mettono appunto la Regione Emilia-Romagna (5) e il Con.Ami (2). L’ultimo azionista di questa cordata è proprio Aci, al quale spettano gli incassi dalla vendita dei biglietti; e che opera sempre su mandato del governo guidato da Giorgia Meloni.

Ma forse neanche uno sforzo dell’esecutivo, che di certo non guasterebbe, potrebbe essere sufficiente. L’anomalia dei due Gp nello stesso Paese è reale. E le gare nei circuiti tradizionali, specie quelli europei, subiscono le pressioni dei Paesi emergenti. Non a caso, l’imolese Stefano Domenicali, a capo della F1, parla con sempre maggiore insistenza dell’alternanza per salvaguardare i tracciati storici.

Di sicuro, le richieste indirizzate in questi anni dai vertici del Circus a Imola per riportare la F1 in riva al Santerno nel 2020 e poi confermarla sono state tutte esaudite. E tornare ai box al termine di un solo lustro di gare, dopo un’assenza durata 14 anni (nel 2006 l’ultimo Gp della vecchia era), sarebbe un finale immeritato.