Quando la passione si trasforma in professione è tutto più bello. Anche per Lisa Emiliani, da qualche settimana alla guida della Fondazione Dozza Città d’Arte.
Classe 1980, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e dipendente (socia, ndr) della Cooperativa Il Mosaico, vanta un’esperienza ormai ventennale nel comparto. Dalle tante collaborazioni con realtà museali ed enti pubblici del territorio ai ruoli di formatrice, atelierista, maestra d’arte, organizzatrice di eventi, esperta di didattica museale e ricercatrice storica. Emiliani, al suo curriculum ora si aggiunge la nomina a presidente della Fondazione di Dozza.
Emiliani, cosa prova per la nomina?
"L’emozione è tanta. Ma provo anche una certa soddisfazione personale, devo dire, perché in Italia chi opera nell’arte, nella cultura e nella storia ha spesso la strada un po’ in salita per raggiungere il traguardo della professione".
Come si pone verso questo nuovo incarico che ricopre da alcune settimane?
"Sento forte la responsabilità di un ruolo che non va preso con leggerezza. In questo mestiere non ci si inventa e non avrei mai accettato senza l’esperienza alle spalle".
Già, soprattutto dopo il decennio in ascesa dell’era Mingazzini.
"Ha dato un’impronta molto forte all’operatività della Fondazione in stretta sinergia con l’amministrazione comunale. Il punto ideale da cui ripartire, perché funziona. L’idea è quella di blindare la base programmatica lasciata dal direttivo uscente e alimentare i diversi punti di forza. Ma spazio anche alle novità". Lei è una delle maggiori conoscitrici della figura di Caterina Sforza.
"Ho fatto tantissime ricerche su una donna particolare vissuta in un contesto storico altrettanto distintivo. È sempre stata una mia grande suggestione. Ho avuto anche il privilegio di impersonarla in rievocazioni e visite guidate".
Dopo le collaborazioni con le rocche di Bagnara di Romagna e, in alcune occasioni, di Imola e Riolo Terme, adesso fa tappa a Dozza. Non sarà un caso.
"Già, sto seguendo le orme di Caterina (ride, ndr)".
La Fondazione è legata al municipio, socio unico e fondatore, ma gode di buona libertà d’azione.
"Un modello di gestione per me inedito ma altamente funzionale. Così è garantita l’ampia operatività e la praticità di manovra per il bene della struttura".
E lei da dove partirà?
"Dalla squadra. Il contesto è talmente variegato e complesso, con un numero altissimo di iniziative ed eventi, che fare rete tra le varie competenze sarà vincolante. Conosco da tempo gli altri membri del direttivo. Persone che stimo, porteranno in dote idee, competenze ed entusiasmo".
Qualche anticipazione?
"Vorremmo creare esperienze sempre più immersive di didattica museale in una Rocca che ha parametri eccellenti come ambienti e arredi. Poi mostre di qualità, visite guidate e laboratori didattici per bambini. Spazio anche a nuove iniziative a misura di famiglie con il crescente coinvolgimento di scuole e associazioni locali".
Non solo.
"La cultura, come il turismo, è una materia in evoluzione e anche noi dobbiamo evolvere per restare al passo. Sarà importante intercettare i flussi turistici locali e spalancare le nostre porte al territorio con attività giornaliere. Intensificheremo il dialogo con gli altri luoghi della cultura della zona, come le biblioteche, con progetti condivisi capaci di coinvolgere cittadinanza e borgo".
Intanto, il 21 e 22 settembre è già tempo di FantastiKa.
"Con anteprime a Castel Guelfo e Mordano. È una manifestazione solida che conosco bene e con la quale collaboro fin dalla prima edizione, una biennale fantasy (con al centro l’illustrazione, ndr) che, da rilevamenti statistici, ha generato flussi nel borgo di circa 5mila persone in occasione dell’ultima edizione. Ma nel 2025 ci sarà anche il trentennale della Biennale del Muro Dipinto. Un anniversario davvero storico per il paese che va preparato a dovere".
Mattia Grandi