Monza chiama, Imola (per ora) non risponde. Parafrasando il mitico Luigi Necco, che in tv a 90° Minuto colorava le sfide anni ‘80 tra le squadre milanesi e il Napoli, è quanto accaduto nell’ultima settimana.
Il circuito brianzolo si è assicurato il Gran premio di Formula 1 fino al 2031. La trattativa per il rinnovo del contratto di Imola, in scadenza nel 2025, è invece "in salita", per dirla in questo caso con il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani. "Siamo l’unica federazione sportiva al mondo con due Gp – le parole di Sticchi Damiani –. E questo attira critiche e gelosie anche da altri Paesi europei".
Il sorpasso era nell’aria da mesi, da quando cioè i buoni propositi di arrivare a una conferma in tandem delle due gare italiane sulla base di un’intesa quinquennale da 300 milioni complessivi sono falliti a tutto vantaggio di Monza.
"Andiamo avanti a prescindere: il percorso non è ancora chiuso", è la linea ribadita nei giorni scorsi dal sindaco Marco Panieri, che all’indomani della conferma del circuito lombardo nel Circus ha confermato l’esistenza di una trattativa per Imola portata avanti "insieme" da Comune e Aci. In realtà, da tempo il primo cittadino si muove anche nel solco dell’indicazione arrivata da Stefano Domenicali, a capo della Formula 1: raccogliere investimenti a livello privato. Difficile tuttavia, senza almeno una parte dei fondi garantiti oggi dal Governo tramite agenzia Ice e ministero dei Trasporti, pensare di arrivare ai circa 30 milioni annui (27 più rivalutazione del 2% ogni dodici mesi) messi sul piatto da Monza.
Al momento, a Imola resta confermato solo il Gran premio del prossimo anno. Plausibile però un ultimo ballo nel 2026, per recuperare la gara saltata nel 2023 causa alluvione. Poi l’ipotesi è quella dell’inserimento in una lista d’attesa formata da tre o quattro circuiti storici europei chiamati a ospitare a rotazione il Circus.
Nel gioco della politica, l’opposizione in questi casi ha la parte più facile: può dare la colpa all’amministrazione comunale di aver perso il Gran premio dopo aver messo in dubbio fino a ieri le effettive ricadute economiche della gara. Legittima appare invece l’obiezione sugli investimenti: giusto continuare a stanziare fondi pubblici per migliorare l’impianto? Se si vuole ospitare la Formula 1, anche solo con cadenza olimpica, non c’è altra strada. Ma annacquare i progetti di ammodernamento con le solite velleità da impianto polifunzionale sembra una strategia debole.
Del resto, senza i lavori compiuti in anni decisamente più bui di questi per consentire all’autodromo di stare al passo con i tempi (museo, sala stampa e centro medico), affidandolo alle spalle larghe del Con.Ami, nel 2020 il Circus non sarebbe mai tornato a Imola.
All’epoca, fu decisiva la lucida follia di Uberto Selvatico Estense. L’ex presidente di Formula Imola, avanzò praticamente in solitaria la candidatura dell’Autodromo in piena pandemia. Proprio come allora, è arrivato il momento di sparigliare le carte.