MARCO SIGNORINI
Cronaca

Evasione milionaria, arrestato imprenditore

Giordano Monducci è accusato di frode fiscale nel settore dei trasporti: "Non ha versato all’erario 6,5 milioni tra imposte e contributi"

di Marco Signorini

"Una persona educata e semplice. Mai avremmo pensato che potesse finire al centro di un’indagine della Guardia di Finanza". Giordano Monducci è un volto piuttosto noto nel mondo delle imprese imolesi. Si occupa da anni di trasporti, un settore strategico che consente a chi ne fa parte di entrare in contatto con realtà industriali che costituiscono la spina dorsale di un territorio. Realtà solide, efficienti e rispettose della legge come, a detta di molti, sembrava essere quella di Monducci. Invece l’imprenditore, ora ai domiciliari, è accusato di aver organizzato una frode fiscale che gli avrebbe consentito di beneficiare di un indebito risparmio di imposte e contributi per oltre 6,5 milioni di euro.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna ha così disposto il sequestro preventivo dei beni appartenenti a quattro società riconducibili all’imprenditore e ad altre sei persone che, secondo l’accusa, avrebbero collaborato a vario titolo con l’arrestato per realizzare lo schema criminoso. Il sequestro ha riguardato, oltre alle disponibilità finanziarie, 3 immobili, 2 auto e diversi gioielli ed orologi di pregio rinvenuti nella casa dell’imprenditore nel corso della perquisizione. Nel dettaglio, la società imolese – a quanto pare amministrata formalmente da parenti o stretti collaboratori dell’imprenditore arrestato – offriva servizi di trasporto merci contando su oltre 400 autisti, assunti tuttavia da altre 4 società, soprattutto cooperative. Tali società, prive dei mezzi e delle infrastrutture necessarie per esercitare l’attività, pare fossero amministrate da “teste di legno” con diversi precedenti di polizia e non versavano imposte, né contributi previdenziali ed assistenziali, causando così un danno diretto sia all’erario che ai lavoratori assunti. Acquistando da queste la manodopera, l’imprenditore poteva dedurre i costi del lavoro e spostare sui prestanome le responsabilità del datore di lavoro.

Una di queste società “cartiere”, tra l’altro, secondo l’accusa, avrebbe stabilito la propria sede in Romania, al fine di eludere la normativa italiana in materia di lavoro e stipulare con gli autisti contratti per loro più sfavorevoli. Il sistema fraudolento, che vede il coinvolgimento di molteplici soggetti, secondo la Finanza, oltre ad aver causato una rilevante evasione fiscale e contributiva, avrebbe comportato un’illecita concorrenza di mercato, in quanto la società verificata poteva offrire servizi di trasporto a prezzi di gran lunga inferiori rispetto ai suoi competitor. L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia, con lo svolgimento di complesse indagini che hanno l’obiettivo, da un lato, di proteggere le imprese sane del tessuto economico nazionale dalla concorrenza sleale e, dall’altro, di difendere l’interesse pubblico e garantire il recupero dei proventi illeciti delle attività criminali, da destinare, una volta definitivamente acquisiti alle casse dello Stato, anche a importanti interventi economico- sociali. "Un ringraziamento al Procura e Guardia di Finanza – commenta intanto il consigliere regionale della Lega Daniele Marchetti rimarcando la necessità di tenere alta l’attenzione sul settore dei trasporti – Tra gli operatori serpeggia un po’ il sentimento che spesso, chi lavora in regola, risulti sempre un po’ penalizzato rispetto a chi lavora nell’ombra. Bene dunque i controlli, con l’augurio che certe persone, una volta colte con le mani nel sacco, non trovino altre modalità per rientrare nel settore". "Siamo convinti che sia fondamentare mantenere alta l’attenzione sull’evasione, attraverso controlli scrupolosi che permettano di individuare tempestivamente e di perseguire le situazioni fuori dalla legalità", ribadisce il Partito Democratico.