
Don Tarcisio Foresti
Imola, 17 gennaio 2015- «Era la dimensione che mi piaceva di più, mi sentivo più prete. Non c’era nessuno in quell’epoca, anche i sacerdoti non si erano ancora mossi». Don Tarcisio Foresti, in occasione dei suoi novant’anni, raccontò così, in un’intervista rilasciata alla nostra Lidia Golinelli, la decisione di scendere in campo per aiutare i giovani a uscire dalla tossicodipendenza.
Era il primo giugno del 2014 e ieri, a distanza di poco più di un anno e mezzo, don Tarcisio ha deciso di partire per il suo ultimo viaggio. Quello che lo porterà accanto al Signore (è la grande certezza delle tantissime persone che hanno avuto la gioia di conoscerlo) che ha sempre servito con umiltà, portando avanti il primo dei Suoi insegnamenti: quello di stare accanto a deboli e indifesi.
Una vera e propria missione, quella di don Tarcisio, che, più che le parole, amava i fatti. Imola entrò a far parte della sua vita nel 1948, quando, sacerdote appena ordinato, don Tarcisio lasciò la sua terra per seguire il vescovo Benigno Carrara (pure lui bergamasco) del quale è stato segretario per 24 anni.
Fu l’inizio di un amore per il nostro territorio che è durato fino all’ultimo giorno della sua vita. Il suo impegno, infatti, continuò con gli studenti di Azione Cattolica, con il progetto missionario Chiese Sorelle che ha avviato le iniziative a favore dei brasiliani delle favelas di Sao Bernardo; con la Caritasdiocesana di cui don Foresti è stato responsabile.
Sempre dalla parte dei più deboli. Come testimonia l’impegno con i ragazzi che volevano liberarsi dalla schiavitù della droga. «Ho seguito tanti ragazzi che avevano bisogno di essere sostenuti – raccontò al Carlino –. A quei tempi c’era l’Aids che non perdonava, e non c’erano tante opportunità per entrare in comunità». Ragazzi in carcere, e don Tarcisio andava a trovarli. Ragazzi senza punti di riferimento, e il loro prete li prendeva per mano: «Li accompagnavo anche in Francia per un percorso di recupero, perché qui non si curavano».
Un percorso che ha accompagnato don Tarcisio fino all’ultimo, al fianco della comunità ‘Il Sorriso’, prima con sede a Borgo Tossignano, poi a Fornione di Fontanelice. Un vero simbolo per la parroccchia di Tossignano che ha guidato per tantissimi anni, sapendo conquistare stima e affetto di tutti i fedeli.
Un «grande prete», come tutti lo hanno sempre definito, che lascia un’eredita incalcolabile: quella dell’amore verso il prossimo, a partire dagli ultimi.