REDAZIONE IMOLA

"Discoteche ancora chiuse: tanti abusivi anche a Imola"

Ezio Rizzoli, storico titolare della Vie en Rose: il locale da ballo è fermo ormai da febbraio 2020 "Riaprire? Non voglio rischi, lo farò con le nuove regole"

Ezio Rizzoli, storico titolare della Vie en Rose

Aumentano le capienze per stadi, teatri e cinema ma la riapertura delle discoteche resta ancora un miraggio. Non vede la luce in fondo al tunnel, ma resta aggrappato con serietà alle regole ed ai suoi principi, Ezio Rizzoli che dal 1982 è al timone della celebre Vie en Rose. L’ultima serata, nel locale da ballo di via Pediano, risale all’ormai lontano 21 febbraio 2020. Praticamente, una vita fa. Rizzoli, la sensazione è che trapelino pochi spiragli per il vostro comparto nell’immediato futuro. "Onestamente, non so nulla. Ho sentito qualche discorso in televisione relativo alla possibilità di riaprire le discoteche ma nutro seri dubbi. Temo che si trattino, più che altro, di chiacchiere per farsi pubblicità. Specie in questo periodo preelettorale".

Il settore vive da tempo una situazione al limite del sostenibile.

"Con tanto di paradosso. I locali sono chiusi ma si balla dappertutto. Dispiace perché questa modalità consacra gli improvvisatori e gli avventurieri danneggiando i professionisti che rispettano le regole. C’è tanto abusivismo e sono pochi i controlli".

In merito agli aiuti per gli operatori del comparto?

"Nulla, né dallo Stato e né dalla Regione. Sento spesso parlare di delibere di sostegno destinate alla categoria ma, nel concreto, non si è visto niente".

Come riesce a tirare avanti?

"Ho la sfortuna di essere vecchio. Mezzo secolo di attività nella categoria, mi sostengo con i risparmi accantonati in passato".

Già, però le spese non mancano.

"Il locale non deve mai dare l’idea di essere abbandonato. Ci sono costi di manutenzione fissi come quelli per le pulizie, l’idraulico o il giardiniere. Mi salvo perché non ho affitti o mutui da pagare. Molti colleghi hanno già alzato bandiera bianca rinunciando ai loro locali".

Ha mai pensato di riaprire la Vie en Rose in barba alle multe o optare per soluzioni per così dire ‘furbe’?

"Mai. Me lo chiedono in tanti ma ho i miei principi, la mia storia e non voglio rischiare nulla. Aspetterò le apposite ordinanze per adeguarmi ancora una volta. Intanto chiudo gli occhi perché là fuori sto vedendo di tutto e di più".

Favorevole al Green Pass nelle sale da ballo?

"Sì, certo. Mi auguro, però, che non si giunga all’obbligo di indossare le mascherine all’interno dei nostri spazi. Si tratterebbe di uno scenario assolutamente non gestibile. Dovrei, per capirci, predisporre un addetto alla sicurezza per ogni cliente nell’ottica di garantire un adeguato controllo. Un’ipotesi inimmaginabile, mi auguro prevalga il buon senso".

Mattia Grandi