
Una protesta contro la discarica. Nel tondo, i consiglieri Vacchi e Carapia (FdI)
di Enrico AgnessiInizia la prossima settimana la partita (delicatissima) che porterà alla definizione della gestione post operativa della discarica Tre Monti. Lunedì 10 è infatti convocata una commissione consiliare per esaminare i passaggi successivi allo stop ai conferimenti (terminati a fine 2024 a fronte di un impianto ormai saturo) nel sito di proprietà del Con.Ami e gestito in questi anni da Herambiente.
Il punto di partenza è una delibera della Giunta regionale datata 26 giugno 2023, quando dall’ente allora guidato da Stefano Bonaccini arrivò il via libera alla riapertura della discarica (limitatamente al terzo lotto in sopraelevazione) chiamata a raccogliere rifiuti che, in teoria, sarebbero dovuti arrivare "in via prioritaria" dai comuni alluvionati; ma che in realtà si è ritrovata ben presto a ospitare al proprio interno anche gli scarti provenienti da altri territori.
"Anche dopo la chiusura definitiva della discarica, il gestore è responsabile della manutenzione, della sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare rischi per l’ambiente", ricorda la delibera.
Per quanto riguarda la gestione post-operativa, la Regione avverte: "La manutenzione, la sorveglianza e i controlli della discarica siano assicurati per almeno 30 anni, e comunque fino a che l’autorità competente accerti che la discarica non comporta rischi per la salute e l’ambiente, con particolare riferimento ai fenomeni di assestamento della massa dei rifiuti, ed agli esiti dei monitoraggi ambientali sulle acque sotterranee e superficiali". Al termine dei 30 anni, "verrà valutato dall’autorità competente in accordo con gli organi di controllo competenti, l’opportunità di continuare a mantenere in essere gli interventi relativi alla gestione post-operativa", è la linea della Regione.
Resta il problema dei costi. Alcuni anni fa, il comitato Vediamoci chiaro (formato dal gruppo di ambientalisti che vincendo i ricorsi amministrativi ha rallentato la sopraelevazione e contribuito non poco a bloccare il maxi-ampliamento inizialmente previsto) aveva stimato "tra i 50 e gli 80 milioni" la cifra necessaria per portare avanti la gestione post mortem del sito.
Le ultime intese tra Herambiente e Con.Ami, risalenti al 2020, quantificano però in poco meno di due milioni la cifra che la multiservizi ha destinato per tale scopo all’accantonamento curato dal Consorzio dei 23 Comuni.
"Non crediamo che in questi cinque anni la cifra sia lievitata particolarmente – osservano Nicolas Vacchi e Simone Carapia (Fratelli d’Italia) –. E allora ci viene il dubbio che dopo il problema ci sia la beffa politica per i cittadini, che dovranno pagare anche il post mortem di una discarica che è sempre stata tra i punti critici della città. A questo punto vorremmo sapere che potere contrattuale ha l’amministrazione comunale a guida Pd con l’ente gestore Hera. A dire ‘si chiude’ il sindaco Panieri ha fatto presto, con un video che si commentava da solo, con la vicesindaca Spada a fargli da spalla silenziosa; ma ora chi tirerà fuori i soldi che ci vorranno per chiudere la discarica Tre Monti? C’è chi sostiene che siano necessarie diverse decine di milioni di euro: è un dato verosimile?" Per questo motivo, Vacchi e Carapia chiedono "chiarezza" in vista della commissione di lunedì. "Chi governa deve dire come farà, con quali danari e soprattutto se il piano per mettere a punto il programma di bonifica – concludono i due meloniani – si può considerare attuale".