MATTIA GRANDI
Cronaca

La discarica scoperta in Appennino: “Santerno libero da macroplastiche. Preoccupano i rifiuti ospedalieri”

L’associazione Geolab in campo per tenere d’occhio i possibili effetti della frana in Toscana: “Disponibili per effettuare azioni di monitoraggio, intercettata solo qualche minima particella”

La discarica scoperta in Appennino: “Santerno libero da macroplastiche. Preoccupano i rifiuti ospedalieri”

Imola, 27 marzo 2025 – Gli spettri delle conseguenze del crollo della discarica, non censita, di Palazzuolo sul Senio nel rio Rovigo aleggiano anche sulla vallata del Santerno. E gli ultimi aggiornamenti relativi alla vicenda registrerebbero già i primi avvistamenti di rifiuti lungo il corso del fiume (smentiti, “dopo gli opportuni controlli” dal sindaco del comune alidosiano, Alberto Baldazzi) che bagna la collina in località Valsalva, a due passi da Castel del Rio. Una delle mete predilette dai turisti diretti, in estate, sulle pendici del circondario imolese.

Un quadro preoccupante che ha fatto alzare l’asticella dell’attenzione e messo in stato d’allerta le associazioni valligiane che abitualmente trattano la materia ecologica e ambientale: “Si delinea una situazione anomala e del tutto nuova per il nostro territorio – spiega Giacomo Buganè alla guida di Geolab, realtà che promuove continue campagne di campionamento dell’acqua del Santerno coinvolgendo gli studenti delle scuole locali –. I monitoraggi effettuati qualche tempo fa, anche con l’ausilio di una rete a fitta maglia calata nel fiume, non hanno rilevato la presenza di macroplastiche. Soltanto minime tracce di microplastiche”.

Geolab è impegnata da anni nei monitoraggi sul fiume Santerno
Geolab è impegnata da anni nei monitoraggi sul fiume Santerno

Già, una criticità che, fino a qualche giorno fa, pareva non impensierire più di tanto il principale corso d’acqua della zona: “Le uniche segnalazioni di inquinanti note a queste latitudini, ma parliamo sempre di quantitativi molto limitati, riguardano versamenti di liquami di scarico – aggiunge –. Elementi che poi creano una riconoscibile schiuma”.

Ma la minaccia ambientale partita dall’alto Mugello, a causa di uno smottamento di terra che ha portato alla luce una vecchia discarica con parte di rifiuti riversati nel torrente che poi finisce nel Santerno, rischia davvero di mutare lo scenario: “Le plastiche più evidenti sarebbero, in qualche modo, intercettabili ma possiamo escludere la presenza di altri materiali inquinanti? – si interroga Buganè – Ho sentito parlare anche di avvistamenti di rifiuti ospedalieri e, in quel caso, il loro rintracciamento sarebbe ben più difficoltoso”.

Intanto Geolab non si tira indietro: “Ho già inviato una mail alla direzione di Arpae Emilia-Romagna e Arpae Bologna, ma anche al laboratorio di chimica di Unibo e all’Ateneo di Torino con i quali collaboriamo abitualmente, per confermare la nostra piena disponibilità alla creazione di un sito di monitoraggio delle acque del Santerno sfruttando anche i nostri laboratori didattici – anticipa –. Sarebbe un presidio importante in prospettiva, anche se ad almeno 50 chilometri di distanza dal punto del disastro, per capire cosa succederà”.