Danni dell’alluvione. Manca primo firmatario col campo ‘larghissimo’: "Rimborsi da alzare"

Pd, Cinque stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Italia Viva e Azione hanno presentato due emendamenti al ‘Decreto Ricostruzione’. Chiedono l’aumento dei risarcimenti per beni mobili da 6 a 30mila euro.

Danni dell’alluvione. Manca primo firmatario col campo ‘larghissimo’: "Rimborsi da alzare"

Danni dell’alluvione. Manca primo firmatario col campo ‘larghissimo’: "Rimborsi da alzare"

Un super ‘campo largo’ in Parlamento per chiedere al governo il ristoro dei danni subiti dai privati a causa dell’alluvione del 2023. A guidare lo schieramento – composto da Pd, M5s, Alleanza verdi e sinistra, Italia viva, Azione e Autonomie – è il senatore Dem, Daniele Manca. L’ex sindaco, oggi capogruppo del suo partito in commissione Bilancio a Palazzo Madama, risulta infatti il primo firmatario di due emendamenti al cosiddetto ‘decreto Ricostruzione’.

Nel primo, in particolare, si chiede di alzare a 30mila euro il massimale dei danni per i beni mobili all’interno delle abitazioni (spesso da buttare perché molto compromessi, hanno rimarcato i presenti) superando i 6mila euro previsti dal governo, perché - spiegano le opposizioni - risulta "poco consono e non costituisce un aiuto sufficiente ai cittadini alluvionati per ristorare i danni subiti".

In aggiunta, si chiede di provvedere alle delocalizzazioni di edifici che, anche se non danneggiati o con danni lievi, hanno un grave rischio idraulico e idrogeologico perché sono "immediatamente a valle di corpi di frana attivi, piuttosto in ambiti golenali inondabili". Da qui la richiesta che in quei casi i contributi massimi siano assegnati "sulla base di idonei costi parametrici da definire con apposito provvedimento".

Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, il 18 giugno "aveva inviato a tutti i parlamentari un appello per farci carico sui beni mobili di modificare il decreto perché il tetto dei 6mila euro è una presa in giro", ricostruisce Manca, ribadendo che serve alzare quel tetto a 30mila euro" e che sono indicate "coperture che, a nostro avviso, possono utilizzare fondi già esistenti".

Da parte del senatore del Pd, anche un altolà al ministro della Protezione civile Nello Musumeci, che ha proposto la strada delle assicurazioni per i danni da alluvione. "È un’istigazione a delinquere – sbotta Manca –. Immaginare che per una calamità già accaduta e considerata tra le più gravi e grandi del 2023 si possa usare il meccanismo assicurativo, per non rispondere agli impegni presi con i cittadini e con le imprese, è qualcosa che non è dignitoso della credibilità di un governo e di una maggioranza". E ancora: "Noi siamo pronti a discutere di tutto, ma non c’è retroattività delle norme in questo Paese. Soprattutto non c’è retroattività possibile per le assicurazioni. Come opposizioni abbiamo presentato due proposte emendative al Dl Ricostruzione per colmare le gravi lacune del decreto e far sì che siano mantenute le promesse che la presidente del Consiglio e tutti i ministri in plurime sfilate hanno rappresentato ai cittadini appena colpiti dalle alluvioni del 2023 in Emilia-Romagna". Nelle parole di Manca, "è una questione che attiene alla credibilità delle istituzioni. Se non si mantengono gli impegni presi – conclude il senatore del Pd – non si può chiedere neanche ai cittadini di andare a votare".