Sala del consiglio di Palazzo Malvezzi Hercolani di Castel Guelfo gremita per l’atteso incontro pubblico sul tema dell’alluvione andato in scena nella serata di martedì scorso.
Cittadini, membri del comitato alluvionati del paese e tutti i rappresentanti delle forze politiche locali, compresi esponenti dell’opposizione, presenti all’iniziativa. Seduto in platea anche il sindaco di Dozza, Luca Albertazzi.
Clima propositivo e di dialogo fin dalle battute iniziali della seduta, con l’obiettivo di fare il punto sullo stato dell’arte, dopo i tre schiaffi ravvicinati dell’alluvione con allagamenti in gran parte dell’abitato, ed individuare strade utili per arginare la criticità.
"Dobbiamo trovare una soluzione e dobbiamo avere delle risposte chiare per tornare a guardare con fiducia alle nostre case come posti sicuri in cui abitare – hanno sottolineato dal Comitato Alluvionati di Castel Guelfo –. Dal mese di maggio del 2023 ci siamo sentiti derubati del ruolo ancestrale delle nostre dimore che, da luogo sicuro e di comunione famigliare, sono diventate fonte di stress e di incertezza. Quello che prima era considerato un evento eccezionale e straordinario ora è diventato ordinario".
Argomenti sottoposti al sindaco guelfese Claudio Franceschi, già al lavoro per organizzare analoghi momenti di confronto pubblico a cadenza mensile e sessioni tecniche di lavoro (la prima con la Regione e la Bonifica Renana è in agenda il 26, ndr) con un nucleo più ristretto di persone: "La modalità giusta per fare massa critica e convogliare tutte le istanze di Castel Guelfo in un progetto unico da sottoporre agli enti coinvolti nel processo decisionale – ha detto il primo cittadino –. L’obiettivo? Avere risposte certe e mettere in sicurezza l’intero paese dal rischio di nuove esondazioni del Sillaro".
I fronti di azione sono sostanzialmente tre e comprendono pure il già avviato intervento di taglio selettivo del verde nell’alveo fluviale, da completare entro l’anno meteo permettendo, nel tratto che va dall’ex cava di Castel San Pietro Terme in zona Pianta al ponte storico di via Dozza. Gli altri due riguardano le opere a breve-medio termine e quelle a lungo periodo. Nel primo capitolo, tra le azioni provvisorie, si valuta la possibile realizzazione di un piccolo argine in grado di deviare, in caso di nuove esondazioni del Sillaro, l’acqua fuoriuscita.
Vincolante, però, uno studio di fattibilità ingegneristico che il municipio caldeggerà, probabilmente via circondario perché coinvolgerebbe anche un paio di comuni limitrofi, alla Regione.
Non meno importante, ma i tempi si allungheranno inevitabilmente tra progetti e finanziamenti ancora da definire, per le opere di dragaggio del corso d’acqua e la creazione di casse di espansione peraltro già previste nel Piano Stralcio Speciale per il rischio idrogeologico redatto dagli uffici di viale Aldo Moro. Tra gli altri temi trattati quello delle compentenze comunali per gli interventi di somma urgenza e la copertura del bando barriere della Regione per l’acquisto di sistemi difensivi da parte dei privati.