L’era della rotazione tra circuiti storici europei, in Formula 1, è ormai alle porte. E Imola lavora per farne parte. L’obiettivo è quello di non dover dire addio a quel Circus nel quale l’Enzo e Dino Ferrari è rientrato nel 2020, interrompendo un digiuno lungo 14 anni. Dopo che l’Olanda ha alzato bandiera bianca, con Zandvoort che saluterà il Mondiale nel 2026, Spa-Francorchamps ha rinnovato il contratto fino al 2031. Attenzione però: nei prossimi sei anni, il tracciato belga ospiterà la F1 solo quattro volte, restando fuori dai calendari 2028 e 2030.
E Imola? Il contratto dell’Enzo e Dino Ferrari scade, come noto, al termine di questa stagione. Vale a dire un anno prima rispetto a quello di Barcellona. L’impianto catalano, dal 2026, non sarà più Gran premio di Spagna, titolo del quale si potrà fregiare il nuovo circuito cittadino di Madrid, a sua volta forte di un contratto decennale con il Circus.
Un po’ come accade in Italia tra Imola e Monza, con quest’ultima che di recente ha sottoscritto un contratto senza interruzioni fino al 2031. E siccome, al di là del nodo costi ancora da sciogliere (il Governo sosterrà ancora l’Enzo e Dino Ferrari?), in questa F1 sempre più globale due Gran premi ‘stabili’ nello stesso Paese sono ormai un miraggio, avanti con la rotazione. Un progetto al quale, al momento, guardano da vicino appunto Spa, Imola e Barcellona.
"Imola ha raccolto la nostra chiamata nel periodo di Covid, quando non c’erano gare a sufficienza. E questo non dobbiamo mai dimenticarlo. – ha sottolineato qualche settimana fa Stefano Domenicali, amministratore delegato di F1, parlando ai microfoni di Sky Sport –. In un contesto così importante come quello di oggi, dove tutti vogliono il Mondiale, avere due Gran premi sempre nello stesso Paese è difficile. Stiamo lavorando per trovare una soluzione".
e. a.