REDAZIONE IMOLA

Centro storico, la ricetta dei ragazzi "Negozi aperti di sera e più eventi"

Le richieste dei giovani: "Alcuni segnali positivi ci sono, ma bisogna fare uno sforzo ulteriore"

Centro storico, la ricetta dei ragazzi "Negozi aperti di sera e più eventi"

di Mattia Grandi

Dopo il grande bagno di folla di ‘Imola in Musica’, il centro storico della città torna ai suoi ritmi quotidiani. Una rigorosa alternanza tra mattinate con buoni flussi di presenze, soprattutto nei giorni di mercato, e pomeriggi deserti. Così il tema che riguarda la salute del cuore pulsante dell’abitato, che negli ultimi giorni ha registrato novità sul fronte dell’assegnazione dell’ex bar Bacchilega, divide i cittadini. Specie quelli più giovani.

"Con gli eventi la città si trasforma e tutto fila per il verso giusto – spiega Youssef Naqraoui –. La musica, poi, è un ottimo veicolo per favorire aggregazione e frequentazioni. Bisognerebbe incentivare con continuità i concerti dal vivo anche nei piccoli locali, come fanno a Bologna". Già, come capitava alle latitudini imolesi negli anni Ottanta e Novanta con bar e pub a caccia di band dell’underground per serate a sette note live: "Archiviata ‘Imola in Musica’ resta ben poco per il divertimento dei ragazzi – continua –. Anche sul fronte dei locali mancano dei punti di riferimento e si sceglie di andare altrove".

Sulla stessa lunghezza d’onda c’è Martino Felice: "Sono troppe le sere in cui il centro di Imola è vuoto – analizza –. E’ un vero peccato perché avrebbe tutte le carte in regola per diventare il ritrovo di noi giovanissimi. Vasche sotto i portici? Meglio andare a casa di amici". Con un’eccezione: "I mercoledì sera di luglio con i negozi aperti sono bellissimi – chiosa –. Un’iniziativa adatta a tutte le età per passare qualche ora in compagnia".

Nessuna critica, invece, per Alona Podfihuna, a passeggio in bicicletta in via Emilia: "E’ bello, accogliente, vivibile e pulito. Non possiamo lamentarci – commenta –. Manifestazioni come ‘Imola in Musica’ e altre lo rendono ancora più affascinante. Il modo migliore per attrarre visitatori da fuori città". E sull’eterno tema delle serrande delle attività abbassate non ha dubbi: "Non è colpa del centro storico – risponde sicura –. Letali i costi elevati e le troppe tasse".

Per Francesco Mariani il problema è la mancanza di proposte capaci di blindare la permanenza dei teenager sotto l’Orologio: "Dopo aver mangiato un boccone in qualche ristorante resta ben poco e si va in cerca di soluzioni qualche chilometro più in là – sottolinea -. Non è una questione di esigenze o di necessità perché il più delle volte finiamo a casa di amici". Ma non è tutto da buttare: "Qualche segnale di ripresa, in questi ultimi tempi, l’ho percepito – aggiunge -. Ci vuole tempo per ricostruire l’abitudine di vivere giorno dopo giorno questa zona".

Lara Parra Montserrat, che nel fulcro imolese ci vive, ha le idee chiare: "Il centro non è morto. A me va bene così – puntualizza –. Gli eventi sono un valore aggiunto ma con un occhio di riguardo per i residenti. Nelle serate di ‘Imola in Musica’, che è una bella iniziativa, i decibel sono saliti un po’ troppo ai danni di chi deve riposare per andare a lavorare il giorno dopo. Toni più soft oppure spostare il format in autodromo e nei parchi".

Secondo Emanuela Bellina, infine, la ricetta vincente è: "Più appuntamenti e più aperture serali dei negozi. Anche nei mesi autunnali e invernali – propone -. Massima attenzione per evitare sovrapposizioni di calendario tra spettacoli, feste e sagre della zona – conclude –. Sono ancora pochi, se ci si allontana dalla piazza, i locali capaci di trainare la movida. Per non parlare dei mesi estivi che tra ferie e caldo desertificano il centro".