Oltre 280 metri quadrati al padiglione 15 dell’area ex Lolli, con apertura continuativa di dodici ore al giorno in fascia diurna e l’obiettivo di raggiungere i 17mila accessi all’anno assorbendo così l’80 per cento degli attuali codici bianchi e verdi registrati al Pronto soccorso del Santa Maria della Scaletta. Ecco come sarà il nuovo Centro di assistenza urgenza dell’Ausl (Cau), ambulatorio ad accesso diretto per il trattamento di casi a bassa complessità clinica che verrà avviato entro dicembre 2023 in zona ospedale vecchio.
Secondo la relazione presentata dai vertici dell’Azienda in una recente Conferenza territoriale socio-sanitaria, anche Imola è pronta al ‘Riordino della risposta alle urgenze territoriali’ oggetto di confronto tra istituzioni e sindacati a livello regionale.
Il punto di partenza, sul piano locale, è rappresentato dall’esperienza della Continuità assistenziale diurna (Cad, ex Guardia medica), che in questi anni "è risultata solo parzialmente sostitutiva degli accessi inappropriati al Pronto soccorso", ammettono dall’Ausl. Sì perché l’ammontare complessivo degli accessi al Pronto soccorso per codici bianchi e verdi a Imola è di oltre 27mila accessi all’anno, corrispondenti al 58% del totale degli accessi. Si tratta di un vecchio problema al quale la Regione è ora intenzionata a trovare una soluzione con maggiore incisività rispetto al passato.
"L’implementazione dei Cau avverrà progressivamente, a partire dalla fine del 2023, seguendo gli indirizzi regionali e locali, con una prima fase di transizione in attesa dell’attivazione delle centrali operative 116117 (nuovo numero unico per i casi ’non ugenti’, ndr) e delle unità di continuità assistenziale entro il 2024 – si legge sempre nella relazione dell’Ausl –. I Cau rappresentano l’evoluzione più spinta della di Continuità assistenziale diurna, arricchiti rispetto a quest’ultima da una presenza infermieristica dedicata responsabile dello spot check all’ingresso, una modalità di rapida valutazione in grado di identificare prontamente eventuali pazienti con sintomi tali da dover essere trasportati in emergenza in pronto soccorso".
Grazie ai fondi del Pnrr, secondo i piani dell’Azienda sanitaria saranno inoltre presenti nei Cau tecnologie diagnostiche più sviluppate quali elettrocardiogramma, spirometro, pulsossimetro ed ecografo. Ci sarà anche la strumentazione tecnologica per il teleconsulto, che consentirà ai medici di contattare direttamente gli specialisti per valutare insieme le situazioni cliniche e condividere i percorsi di gestione dei pazienti.
Il Centro di assistenza urgenza di Imola (ce ne sarà uno analogo anche a Castel San Pietro) nascerà come detto negli spazi già disponibili all’ex Lolli e oggi parzialmente occupati dagli ambulatori di Continuità assistenziale diurna. Nel vicino parcheggio di via Caterina Sforza "sarà ricavato d’intesa con il Comune un adeguato numero di posti auto riservati ad utenti e familiari di assistiti", precisano dall’Ausl.
Infine, un focus sui numeri accennati all’inizio. Stimando che il Centro di assistenza urgenza riassorba tutte le prestazioni a libero accesso attualmente erogate dalla Continuità assistenziale diurna (oltre 8mila all’anno) e l’80% dei codici bianchi e verdi che arrivano oggi al Pronto soccorso da Imola, Mordano e Valsanterno (circa 9mila accessi all’anno), si può prevedere per la prima annualità del Cau imolese un volume intorno ai 17mila accessi all’anno (una media di 47 al giorno).