REDAZIONE IMOLA

Cau, dopo il primo anno è un rebus. Quasi ventimila pazienti curati, ma pochi benefici per l’ospedale

Il dg dell’Ausl Rossi: "Bilancio positivo, anche se ci aspettavamo un effetto più marcato sul pronto soccorso". Marchetti (Lega): "Collocazione sbagliata". Bocciato dai medici di base. Buoni invece i giudizi degli utenti.

Sono stati 18mila gli accessi al Cau del padiglione 25 in un anno, un migliaio in più del previsto: il tempo di attesa. è stato in media di 43 minuti

Sono stati 18mila gli accessi al Cau del padiglione 25 in un anno, un migliaio in più del previsto: il tempo di attesa. è stato in media di 43 minuti

A un anno dall’inaugurazione, avvenuta il 21 dicembre 2023, il dibattito sul Cau (Centro assistenza urgenza) è aperto. L’Ausl in questi giorni ha rivendicato l’operato della struttura al padiglione 15 dell’ospedale vecchio, tracciando attraverso il direttore generale Andrea Rossi un bilancio "con molte luci e qualche ombra", ammettendone tuttavia l’efficacia limitata nell’alleggerimento delle code per casi non gravi al pronto soccorso del Santa Maria della Scaletta.

I medici di medicina generale, invece, contestano apertamente il Cau. Angelo Conti, fiduciario imolese della Fimmg, ha parlato apertamente di "spreco di denaro", giudicando "inutili" le strutture come quella nata a Imola a fine 2023 in sostituzione del vecchio Centro assistenza diurna.

Critiche anche le forze politiche di opposizione. Il consigliere comunale della Lega, Daniele Marchetti, è tornato in questi giorni a rievocare le critiche già espresse nei mesi scorsi, quando sedeva tra i banchi dell’assemblea legislativa regionale: "Il Cau si è dimostrato del tutto inefficace nell’alleggerire l’accesso dei casi meno gravi al pronto soccorso. Una scelta diversa, come quella di collocarlo all’interno dell’ospedale, avrebbe potuto fare la differenza".

Sono stati 18mila gli accessi al Cau in un anno, un migliaio in più del previsto (il vecchio Cad viaggiava a quota 10.300). Nell’85,2% dei casi il paziente è stato rinviato al proprio medico di base, il 6,8% delle volte si sono invece resi necessari accertamenti specialistici e per un ulteriore 4,5% si sono aperte le porte del pronto soccorso. La quota abbandoni è del 3,5%. Gli ingressi sono stati in media 50 al giorno, con punte più alte in festivi e prefestivi. I tempi di attesa risultano, sempre in media, di 43 minuti, con un trend in riduzione rispetto agli esordi.

Il problema maggiore è, come accennato all’inizio, la riduzione troppo lieve dei codici bianchi e verdi in pronto soccorso. Nei primi dieci mesi del 2023, gli accessi di questo tipo al Santa Maria della Scaletta erano stati 22.608; nel 2024, con il Cau attivo, si è scesi solo a 20.523. Dunque, una flessione che si attesta attorno al 9%. "Ci aspettavamo un effetto più marcato. C’è stata invece una quota maggiore sottratta ai medici di medicina generale", è la sintesi fatta in settimana dal dg Rossi.

I pazienti, perlomeno quelli intervistati dall’Ausl, restituiscono però un giudizio positivo della struttura: solo il 10% la valuta infatti in maniera negativa, mentre il 17% ritiene troppo lunghi i tempi di attesa. Vengono criticati in particolare l’assenza di un canale riservato per le prescrizioni, gli spazi di attesa e la scarsa privacy nell’accettazione.

Al padiglione 15 ci sono problemi con il personale: il turnover ha già portato alla sostituzione di quattro medici, e a fine del 2025 usciranno dal servizio 5 specializzandi. In pratica, entro tre anni dall’apertura del Cau la sostituzione sarà completa, vanificando totalmente l’investimento formativo in competenze specifiche.