REDAZIONE IMOLA

Cau di Imola, dati in chiaroscuro. Accessi oltre le attese. Ma non ‘alleggerisce’ il pronto soccorso

L’obiettivo era assorbire l’80 per cento dei codici verdi e bianchi, ma per ora i numeri sono calati soltanto del 4 per cento.

L’obiettivo era assorbire l’80 per cento dei codici verdi e bianchi, ma per ora i numeri sono calati soltanto del 4 per cento.

L’obiettivo era assorbire l’80 per cento dei codici verdi e bianchi, ma per ora i numeri sono calati soltanto del 4 per cento.

Imola (Bologna), 14 settembre 2024 – Tanti pazienti, anche più del previsto; ma obiettivo di alleggerire davvero le code al pronto soccorso ancora piuttosto lontano. Bilancio in chiaroscuro per i primi nove mesi (circa) di attività del Cau – Centro assistenza urgenza. Nella struttura al padiglione 15 dell’ospedale vecchio (aperta ogni giorno dalle 8 alle 20), gli accessi sono stati 13.446 dal 21 dicembre 2023 (data di inaugurazione del servizio) a domenica 8 settembre. Si parla quindi di una media di 51 ingressi al giorno (le previsioni iniziali erano di 47), che però scende a 39,7 nei feriali e sale a 70,7 nei prefestivi e festivi, quando non sono in servizio nei loro ambulatori i medici di famiglia.

Secondo il report dell’Ausl, l’85% dei pazienti hanno risolto al Cau il loro problema contingente, il 5 per cento sono stati inviati al pronto soccorso e al 6 per cento, dopo la visita, sono stati richiesti ulteriori accertamenti specialistici tramite i percorsi interni. Il 4% ha abbandonato prima della visita. Il profilo dei cittadini che in questi mesi ha avuto accesso alla struttura all’ospedale vecchio, nata per dare una risposta "rapida e gratuita soluzione ai bisogni di salute urgenti ma non gravi", è sovrapponibile a quello dei codici bianchi e verdi di pronto soccorso. Il 66 per cento sono infatti persone in età lavorativa, tra i 18 ed i 65 anni, il 25 per cento hanno invece più di 65 anni. Il 53 per cento sono femmine e il 47 maschi. Il tempo di attesa medio per accedere alla visita è stato di 45 minuti.

I motivi per cui ci si reca al Cau sono per il 20 per cento disturbi generali minori, per il 16 per cento problemi otorinolaringoiatrici, per il 15 per cento ortopedici e per la stessa percentuale dermatologici. I disturbi respiratori sono il 9 per cento, quelli gastrointestinali il 7 per cento e quelli oculistici il 6 per cento.

"Confrontando i primi sette mesi del 2023 con lo stesso periodo del 2024, i codici bianchi e verdi che hanno avuto accesso al pronto soccorso di Imola sono stati rispettivamente il 55,5 per cento su 28.087 e il 51,4 per cento su 28.257 – spiega il direttore generale dell’Ausl di Imola Andrea Rossi –. Vediamo quindi un calo sensibile dei codici minori a fronte di una sostanziale stabilità degli accessi totali, senza dimenticare che a Imola i codici bianchi e verdi che accedono al pronto soccorso sono circa il 14 per cento in meno della media regionale".

Secondo i piani iniziali dell’Ausl, il Cau dovrebbe chiudere il primo anno di attività a quota 17mila accessi (traguardo ampiamente alla portata secondo le ultime proiezioni), assorbendo l’80 per cento dei codici bianchi e verdi registrati al pronto soccorso del Santa Maria della Scaletta. Un obiettivo, quest’ultimo, che a fronte di un calo che di codici bianchi e verdi che attualmente si attesta attorno al 4 per cento rispetto al 2023 risulta evidentemente lontanissimo.

"I Centri di assistenza urgenza sono diventati un ibrido senza una chiara identità, sospesi tra sanità ospedaliera e territoriale – protesta Daniele Marchetti, consigliere comunale e regionale della Lega –. E in molti casi non hanno realmente alleggerito i pronto soccorso, finendo invece per sostituire i medici di medicina generale".