Imola, 20 dicembre 2024 – “Noi medici abbiamo duramente criticato il nostro stesso sindacato che ha firmato un accordo che scade a fine anno, e speriamo non rinnovi. Anche se altre realtà sicuramente sono diverse dalla nostra, e forse hanno bisogno di risposte diverse, qui i Cau restano inutili. E sono uno spreco di denaro”. Angelo Conti, fiduciario imolese della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), boccia senza appello il Centro di assistenza urgenza al padiglione 15 dell’ospedale vecchio, che in questi giorni taglia il traguardo del primo anno di attività (fu lanciato alla fine dicembre del 2023). Se l’Ausl ha stilato nei giorni scorsi un bilancio della struttura “con molte luci e qualche ombra” di questi dodici mesi, Conti è di parere diametralmente opposto.
A livello regionale, i Cau “sono stati inventati dalla Regione non per ridurre i codici bianchi e verdi”, in quanto “tutti sapevano che non avrebbe funzionato” (la riduzione è stata di circa il 9 per cento contro un 50 per cento previsto come obiettivo) , ma piuttosto per “chiudere dei pronto soccorso e pagare di meno il personale”, afferma il fiduciario imolese della Fimmg.
Quanto alla struttura cittadina, nata a fine 2023 in sostituzione del vecchio Centro assistenza diurna, “non serviva perché noi insieme a Ferrara avevamo i più bassi numeri di codici bianchi e verdi della regione”, rimarca Conti. E rilancia: “A Imola c’era un ambulatorio dei medici di medicina generale che aveva contribuito a questo risultato, anche se non era mai stato pubblicizzato adeguatamente (come i Cau) dall’Ausl. Avevamo già un ambulatorio per urgenze”.
Venendo al mancato alleggerimento del pronto soccorso, “a Imola poco più di 1.000 accessi in meno a oggi, che fa 12mila euro di costo. Al Cau – prosegue Conti – sono andati in un anno in 18mila, vale a dire in media 49 persone al giorno. Se consideriamo che in città ci sono circa 90 medici di base, fa un mezzo paziente al giorno per medico: bastava impegnarsi perché ogni medico di base vedesse un mezzo paziente in più per poter fare a meno del Cau”.
In poche parole, la nuova struttura è formata da “personale che in futuro non farà il medico di medicina generale. Si spendono 42 euro all’ora per formarlo – prosegue Conti –, patrimonio che poi andrà disperso e nulla si spende per fare la stessa formazione per i medici di base, anzi possono farla ma debbono pagarsi i sostituti. Sarebbero ancora tante – conclude il fiduciario imolese delle Fimmg – le motivazioni per cui i Cau sono e rimangono una risposta fatta soltanto in Emilia Romagna, nemmeno prevista nel contratto nazionale di categoria e, cosa più importante, inefficace”.