Imola, 17 dicembre 2020 - C’è anche l’imolese Stefano Farolfi nel team Vertical Water al lavoro sul progetto italiano EWA – Endless Waterfalls Adventure dedicato all’esplorazione delle 13 cascate più alte del mondo. Trentacinque anni, progettista software in una nota multinazionale del territorio, Farolfi ha trasformato la passione per il canyoning e l’hobby della produzione audiovisiva in una delle più suggestive esperienze di vita. «Da tempo frequento un gruppo che accomuna esploratori specialisti, istruttori della Scuola Nazionale di Torrentismo del CAI, tecnici del soccorso alpino ed esperti di cartografia -. Una squadra che si occupa principalmente di spedizioni internazionali di torrentismo con attività che spaziano su terra, acqua e neve».
Un modo per girare il mondo alla ricerca di percorsi inesplorati diffondendo la cultura della montagna e offrendo nuovi spunti per il turismo sportivo ed educativo. «Il mio compito è quello di valorizzare il canale di comunicazione del team grazie alla realizzazione di report video documentanti le imprese – spiega -. Ho svolto un corso per rendermi autosufficiente nella gestione di alcune missioni come la fase di discesa delle cascate». Già, raggiungere le vette dei salti acquatici più alti del globo, in fondo, è soltanto il punto di partenza di un viaggio di ritorno da togliere il fiato. «Appesi in bilico con corde su pareti verticali con gli stambecchi che ti guardano straniti in perfetto equilibrio a pochi metri di distanza – scherza Farolfi -. Per trovare angolazioni funzionali alle riprese della dozzina di componenti della squadra, ho costruito un palo di 1,80 metri sulla cui estremità è fissata una action cam». Macchina da presa leggera e affidabile impreziosita da una serie di microfoni impermeabili, il tutto agganciato ai moschettoni di un giubbotto progettato per l’occasione.
«Sono 13 le cascate mondiali censite sopra gli 800 metri e gran parte di queste sono ancora inesplorate – continua Farolfi -. Dalle Tugela Falls in Sudafrica alle Tres Hermanas peruviane passando per quelle Mattenbachfalle in Svizzera conquistate nello scorso giugno». La salita in elicottero in cinque minuti ed una discesa da mille metri di parete completata nell’arco della stessa giornata: «Il progetto comprende anche le fasi di rilevazione morfologica e biologica oltre ad un utile rilievo in percorrenza che può affinare, aggiornandoli, alcuni dati presi a distanza».
Così gli storici 840 metri di altezza delle Mattenbachfalle si sono poi rivelati addirittura 930 grazie alle misurazioni in loco effettuate dal team Vertical Water. «Gli allenamenti nelle cascate del Serio, le più alte d’Italia, permettono di acquisire nuove nozioni – prosegue il cameraman esploratore -. Per l’impresa svizzera avevamo logistiche particolarmente favorevoli ma non sarà sempre così perché ci attendono trasferte impegnative, dure e lunghe». Covid permettendo: «Già, la pandemia ha rivoluzionato anche il nostro calendario posticipando a luglio del prossimo anno la tappa in Norvegia – conclude Farolfi -. Nel frattempo cerchiamo di includere nel progetto più donne torrentiste».